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Nessun immobilismo, l'Anpi in prima fila nel chiedere verità e giustizia sulle stragi nazifasciste

Il 2 ottobre il quotidiano "Il Fatto" ha ospitato un'intervista al Sig. Franco Giustolisi il quale ad un certo punto ha accusato l'ANPI nazionale di essere "immobile" e di restare in silenzio rispetto alla richiesta di verità e giustizia sulle stragi nazifasciste.

Da parte sua il presidente Nazionale Anpi ha inviato una lettera di replica al quotidiano in cui segnalava una dopo l'altra tutte le azioni che l'ANPI ha messo in campo rispetto alla vicenda.

Questo il testo:

Gentile direttore,

sul Suo giornale del 2 ottobre scorso, è apparsa un’intervista di Davide Vecchi a Franco Giustolisi, col titolo “L’Italia accetta in silenzio, questo è il vero schiaffo”.
Nel corso dell’intervista, Giustolisi ripete alcune cose che va dicendo e scrivendo da tempo, a proposito delle stragi naziste, dell’armadio della vergona, ecc., con specifico riferimento all’archiviazione, da parte dei Magistrati di Stoccarda, di un procedimento relativo alla strage di S. Anna di Stazzena. Ad un certo punto, Giustolisi fa affermazioni molto gravi, nei confronti dell’ANPI, accusandola di essere “immobile” e di restare in silenzio anche di fronte a fatti gravi come quello di Stoccarda. “Insomma l’Italia rimane in silenzio. L’Anpi in primis è immobile. Perché? Qual è l’inconfessabile segreto?”

Queste affermazioni sono del tutto prive di fondamento e profondamente offensive; e l’ANPI provvederà a tutelarsi, in ogni sede, se del caso. Ma ci tengo a precisare subito che “l’immobilità” dell’ANPI, sulle stragi del ’43-’45, è un’accusa veramente risibile per ragioni che, del resto, Giustolisi conosce benissimo. Nel corso della Festa nazionale dell’ANPI a Marzabotto è stato presentato e discusso un documento dell’ANPI sulle stragi, su ciò che si è fatto e si intende fare. Da quel documento, che è pubblico, è facile rilevare: che l’ANPI sta lavorando da mesi, con un apposito gruppo di lavoro, su tutta la vicenda delle stragi, cercando di mettere in opera tutto quanto necessario per ottenere “verità” e “giustizia”.

E’ stata sollecitata (con esito positivo) la presentazione di un’interpellanza parlamentare, a cura di un intero gruppo, perché finalmente tutte le questioni sulle stragi (comprese quelle relative all’armadio della vergogna) vengano finalmente ed ampiamente discusse in Parlamento. E’ stato raggiunto un accordo tra l’ANPI nazionale e l’Istituto per la storia del movimento di liberazione per realizzare una mappa definitiva e completa di tutte le stragi avvenute in tutta Italia tra il ’43 e il ’45; si sono fatte pressioni e assunte iniziative
perché tutto il materiale raccolto in Parlamento dalla Commissione “stragi” venga messo a disposizione, senza secretazioni, di chiunque voglia accedervi e vengano riprese e discusse le conclusioni cui giunse quella Commissione; si è infine promossa una petizione popolare per la discussione in Parlamento sui temi accennati, sulla quale le Anpi locali e periferiche stanno da luglio raccogliendo firme. Si è insistito presso tutte le istituzioni competenti perché la “trattativa” su risarcimenti e riparazioni, che avrebbe dovuto partire, tra Italia e Germania dopo la sentenza della Corte dell’Aja, vada avanti e si concluda positivamente e concretamente.

Il documento in questione, inviato a tutte le Associazioni ed a tutti gli organi istituzionali, anche di Governo, è stato diffuso alle organizzazioni periferiche dell’Anpi, con l’invito a promuovere discussioni pubbliche. Infine, la Segreteria nazionale ha deciso, nella prima riunione di settembre di organizzare un
Convegno-incontro pubblico a Roma, su tutta la materia e sul documento dell’Anpi, per
approfondire il dibattito e la riflessione.
Su Stoccarda, c’è una mia nota sulla news dell’Anpi n. 48, e una dichiarazione pubblica, forse col ritardo di un giorno semplicemente perché ero e sono alle prese con qualche problema di salute.
Tutte le cose che ho detto, Giustolisi le conosce, perché gli ho personalmente mandato, per raccomandata R.R., a fine giugno, il documento presentato a Marzabotto. E’ sorprendente dunque, che parli di immobilismo, di silenzi e, ancor peggio (questa è veramente un’offesa insopportabile) si chieda quale sia “l’inconfessabile segreto”, che secondo lui spiegherebbe tutto questo.
Un’ultima considerazione: Giustolisi, che parla spesso in prima persona e che non manca mai di sponsorizzare il suo libro del 2004 (che non è rimasto il solo!), ci annuncia che andrà al Tribunale militare per il processo per uno degli assassini di Cefalonia. Lo informo che ci troverà una parte civile non di poco conto, cioè l’Anpi nazionale, che si è costituita, appunto, parte civile in quel processo, così come in altri precedenti a Verona, in uno dei quali (sempre in “silenzio” e “restando immobile”, secondo la tesi di Giustolisi) sono andato personalmente a deporre.
Mi rendo conto che questa lettera è lunga; ma ci terrei che venisse pubblicata integralmente, data la gravità delle affermazioni, delle insinuazioni e delle domande retoriche di Giustolisi, per una corretta e completa informazione dei lettori e per ristabilire la verità.
Cordiali saluti.
Prof. Carlo Smuraglia
Presidente Nazionale Anpi