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Die Moorsoldaten

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Die Moorsoldaten, il più noto canto della Resistenza tedesca e forse anche il più bello in assoluto del movimento operaio tedesco, nacque nel 1934 nello Staatlicher Preussischer Konzentrationslager I Börgermoor-Papenburg (“Campo di concentramento statale prussiano I Börgermoor-Papenburg), uno dei primi lager istituiti dal regime nazista per rinchiudervi principalmente i più pericolosi oppositori politici (socialisti, comunisti, anarchici).

I deportati del lager di Börgermoor, cui ancora era permessa qualche attività di svago, istituirono un circo-cabaret che chiamarono ironicamente Zirkus Konzentrazani, da Konzentrazion cui era stato aggiunto il suffisso –ani dal sapore italiano, come i cognomi di molti circensi. Al circo fu quindi proposto di esibirsi sia davanti ai detenuti, sia davanti ai guardiani delle SS. Dopo grandi discussioni tra i deportati, fu deciso di accettare la proposta; uno degli argomenti fu il modo in cui dimostrare alle SS che, nonostante le durissime condizioni di vita, le privazioni e le torture cui erano sottoposti, i deportati non si erano piegati né spezzati. Die Moorsoldaten fu eseguita per la prima volta al termine di quella rappresentazione. Il compositore della musica della canzone, Rudi Goguel, molti anni dopo, raccontò con queste parole quella prima e drammatica esecuzione della canzone: “I sedici deportati cantori, tra i quali vi erano diversi membri della Corale Operaia di Solingen, entrarono in scena con le loro divise verdi di polizia, che allora servivano da divise anche per i detenuti, e con delle vanghe sulle spalle. Io li precedetti vestito di una tuta blu, con un manico rotto di vanga a mo’ di bacchetta da direttore. Il ritornello veniva eseguito dopo ogni strofa; all’ultima strofa comparvero anche le SS coi loro comandanti, che si misero incredibilmente a cantare apertamente il ritornello assieme ai detenuti, poiché anche loro si consideravano dei ‘soldati del pantano’. Alle parole ‘…Dann ziehn die Moorsoldaten nicht mehr mit den Spaten ins Moor’, i sedici cantori piantarono le vanghe nella sabbia ed uscirono dal palco, lasciando le vanghe piantate nel terreno paludoso in modo che sembrassero le croci di un cimitero.

Le SS non avevano evidentemente ben compreso all’inizio di che cosa davvero parlasse il canto. Già due giorni dopo, esso fu severamente proibito. Alcune copie però erano state fatte, e furono fatte uscire clandestinamente dal lager per opera del deportato Otto Gaudig, di Mühlheim, che lavorava come calzolaio nel campo. Riuscì ad infilare alcuni fogli contenenti il testo e la musica del canto tra la suola e la tomaia delle scarpe, per essere sicuro che qualcuno le potesse far uscire. Così avvenne. Già nel 1935 era arrivato a Londra, dove il compositore antinazista Hanns Eisler rielaborò la musica scritta fortunosamente da Rudi Goguel e la affidò al canto del tenore proletario Ernst Busch. Quando Busch giunse nel 1936 in Spagna per combattere nella Brigata Internazionale Thälmann, la registrò, il 3 ottobre dello stesso anno, in un disco intitolato Seis Canciones para la Democracia, sia nella versione tedesca che in quella spagnola, Los soldados del pantano. In breve la canzone divenne uno degli inni della Resistenza europea al nazifascismo.

Tutte le brigate internazionali ne prepararono una versione nella loro lingua: in inglese (The Peat-Bog Soldiers), in francese (Le chant du marais), in italiano (Canto dei deportati) e in olandese (De moorsoldaten). "Il canto non è di anonimo, almeno per quanto riguarda l'originale, scritto e musicato nel 1933 nel lager di Borgemoor, da deportati tedeschi: Johann Esser e Wolfgang Langhoff per le parole, Rudi Goguel per la musica. Il canto, in tedesco, venne eseguito dai deportati davanti agli altri deportati e alle guardie del campo, nell'agosto del '33, e subito proibito.Ma il canto assieme ai deportati che cambiavano lager o che scappavano o che venivano liberati attraversò tutti i campi di concentramento in Europa, tradotto in tutte le lingue. La versione italiana fu tradotta dalla versione francese da anonimi e comunicata in Italia da Maria Montuoro, detta Mara, sopravvissuta del campo di Ravensbruck." (Francesco Giuffrida)

"Questo canto nacque nel 1934, in lingua tedesca, nel Lager di Papenburg, ove vennero confinate le prime vittime del regime nazista, quali democratici, comunisti, omosessuali, soldati insubordinati e renitenti. Titolo originale era “die Moorsoldaten (I soldati delle paludi)” perché i prigionieri erano occupati a bonificare e prosciugare paludi. Un internato poi fuggito all’estero ne pubblicò la prima versione già nel 1935. In breve si diffuse in tutti i campi di concentramento, nei quali fu cantata in varie lingue e versioni (Tedesca, italiana, francese, cecoslovacca, ecc.)"