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Giovanni Zaninetti

Nato a Crevacuore (Vercelli, oggi Biella) il 20 febbraio 1903, deceduto a Torino il 9 giugno 1963, operaio.

Dirigente della FIOM nella fabbrica dove lavorava, aveva 16 anni quando aderì alla gioventù comunista e con altri (tra i quali Pietro Secchia e Antonio Roasio), fu tra i fondatori dell’organizzazione nel Biellese. Fu poi segretario dei giovani comunisti nelle Marche, in Emilia e nel Veneto.
Zaninetti nel mese di maggio del 1926, prima ancora che il fascismo varasse le “Leggi eccezionali”, fu arrestato ad Ancona. Riuscito a fuggire durante il trasferimento dalla Questura al carcere, il giovane comunista riprese il suo impegno in Emilia e poi nel Veneto. Di nuovo arrestato nel 1928 a Verona (dopo che a Milano la polizia fascista aveva scoperto il “centro operativo” clandestino di via Nino Bixio), Zaninetti fu condannato a dieci anni di reclusione dal Tribunale speciale.
Beneficiando di un’amnistia, nel 1932 fu scarcerato ed espatriò clandestinamente in Francia. Qui il giovane svolse per alcuni anni un’intensa attività politica tra i gruppi dell’emigrazione antifascista, sino a che non decise di trasferirsi in Brasile.
A San Paulo, Zaninetti, molto impegnato nell’attività sindacale, divenne presto un apprezzato dirigente del Sindacato metallurgici nella Capitale carioca. Morì a Torino dove, nel 1963, era giunto per trascorrervi un breve periodo di ferie e per fare esperienza nella capitale italiana dell’automobile.
20.26 24/01/2011