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"Non toccate la Costituzione"

Si estente il movimento di opposizione al tentativo di modificare la Costituzione repubblicana.

Dopo l'appello "Fermatevi" dell’Associazione “Salviamo la Costituzione – aggiornarla, non demolirla”, sottoscritto anche dall'Anpi, si sono moltiplicate la manifestazioni e i presidi in difesa della Carta.

A Macerata presidio in piazza della libertà fino al 12 dicembre (http://giornatacostituzione.blogspot.it/2013/08/blog-post.html).

In vista del voto della Camera, a Modena, il Coordinamento per la difesa della Costituzione, organizza per lunedì 16 dicembre alle ore 18,00, presso la sala “Panini” della Camera di Commercio, in via Ganaceto 134, un incontro con Paolo Caretti, docente di diritto costituzionale all’Università di Firenze, per approfondire il tema, anche assieme ai Parlamentari modenesi che saranno chiamati prossimamente a votare il ddl 1359 - B.

A Como, il 7 dicembre gazebo aperto dalle 10 alle 16 in piazza Verdi (Teatro sociale). Dalle 16 alle 19, Circoscrizione 6 (zona Ticosa).

A Milano sabato 7 dicembre, dalle ore 14 alle 18, presidio in piazzale di Porta Genova.

A Bologna manifestazione il 9 dicembre, alle ore 17,30, presso la Cappella Farnese di Palazzo D’Accursio. Inoltre incontro alla Casa del Popolo “Nanetti”, Via del Giglio, 5, il 13 dicembre alle 20,30.

A Bologna è stato diffuso il seguente documento:

"Quel grande movimento di cittadini, singoli ed associati, che nel 2006 respinse con la vittoria nel referendum il progetto di riforma della destra che demoliva la nostra Carta Costituzionale, si sta nuovamente attivando davanti al pericolo del nuovo disegno di “Grande Riforma” che rischierebbe di alterarne il profilo e stravolgerne i principi fondamentali. Nel momento di massima crisi del ruolo dei partiti politici italiani e delle istituzioni, è invece urgentissima e prioritaria una riforma dell'attuale vergognosa legge elettorale che restituisca ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti, eliminandone gli aspetti di dubbia costituzionalità. Durante questi mesi diverse iniziative e manifestazioni, sorrette da prestigiose personalità della società civile e della cultura, hanno registrato ampia e convinta partecipazione: grande si è dimostrata ovunque la preoccupazione per i rischi di stravolgimento della Costituzione, che è la suprema custode e garante dei diritti sociali, economici e di libertà del popolo italiano. Mentre, di fronte all’aggravarsi della crisi economica, sociale e morale del paese si eleva più forte che mai la richiesta di attuare tutti quei supremi principi e obiettivi che la nostra Costituzione persegue e che sono stati, al contrario, disattesi, a partire dal diritto ad un lavoro dignitoso, alla casa, alla pensione, all’istruzione, alla salute, alla tutela del suolo e del paesaggio. Esiste nel Paese una larga condivisione su un nucleo di riforme costituzionali idonee a rendere più efficiente la vita dell’ordinamento repubblicano, riforme da lungo attese e che possono essere approvate rapidamente dal Parlamento con un largo consenso politico e sociale e secondo le modalità che la stessa Costituzione prevede con l’ art. 138. Si tratta del superamento del bicameralismo paritario, con la trasformazione del Senato in una Camera rappresentativa delle Regioni e delle Autonomie locali. Esso porterebbe ad uno snellimento dell’iter legislativo, alla razionalizzazione dell’assetto autonomistico della Repubblica, una e indivisibile, per garantire su tutto il territorio pari condizioni effettive in settori quali, la salute, l’istruzione e l’assistenza, rendendo più effettiva l’eguaglianza e la pari dignità sociale tra tutti i cittadini. Ne discenderebbe inoltre una riduzione non demagogica nel numero dei Parlamentari, mentre si renderebbe necessaria una profonda revisione del titolo V, generatore ora di un continuo gravoso contenzioso tra Stato e Regioni. Ma esiste anche una vasta coscienza costituzionale, potenzialmente maggioritaria, avversa ad una deriva plebiscitaria, presidenzialista o di premierato forte del nostro sistema di Governo, che limiti le forme di partecipazione democratica e alteri l’equilibrio tra i poteri dello Stato: se questa fosse l'intenzione dei “riformatori”, sarà necessaria un'azione di resistenza instancabile e unitaria.

Per la storia, la natura complessa e la stessa geografia del nostro Paese è del tutto prioritario restituire centralità a un Parlamento riformato quale luogo massimo di espressione della sovranità popolare, soprattutto perché dall’attuale crisi della democrazia, in Europa ed in Italia, non si esce con soluzioni neo-autoritarie, ma soltanto con riforme che aumentino gli spazi della partecipazione, singola e associata. Occorre perciò, costruire una mobilitazione bolognese più ampia possibile tra tutte le forze politiche, sindacali e associative presenti nella società, sia contro le modifiche che snaturano l’articolo 138 (e che potrebbero consentire alterazioni significative della Costituzione) sia contro tutti gli aspetti non accettabili del disegno di riforma che si prefigura e sarà proposto, giungendo fino allo svolgimento di un referendum oppositivo. E’ importante, per quest’obiettivo, costruire fin d’ora un ampio fronte unitario, soprattutto a Bologna, Città medaglia d’oro della Resistenza, ripercorrendo la strada del 2006 quando i suoi cittadini non solo parteciparono con ferma convinzione alla battaglia costituzionale referendaria, ma la vinsero tutti insieme uniti!"

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