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Fernando Santi

Nato a Golese di Parma il 13 novembre 1902, deceduto a Parma il 15 settembre 1969, sindacalista socialista.

Aveva soltanto 15 anni quando aderì al Partito socialista, iscrivendosi alla sezione degli adulti, perché i giovani della zona erano quasi tutti al fronte. In quel periodo maturò una totale avversione alla guerra, che lo accompagnò sino al conflitto nel Vietnam. A guerra finita il giovane Fernando Santi può finalmente iscriversi alla Federazione giovanile, di cui diventa segretario a Parma e membro del Comitato centrale nazionale. È uno dei pochi giovani socialisti che, con la scissione di Livorno, non aderisce al PCd'I. Nel 1922, si batte contro i fascisti, a fianco degli operai di Parma, nella battaglia dell'Oltretorrente. All'indomani della crisi Matteotti, Santi si rifugia a Torino, dove dirige il locale Sindacato dei tranvieri. Subisce, con Giuseppe Saragat, di cui è diventato amico, il primo arresto. Nel 1925, eccolo a Milano dove regge la segreteria provinciale del Partito Socialista Unitario sino al 1926, quando il PSU viene sciolto. Dopo l'approvazione, nel novembre 1926, delle "leggi eccezionali" fasciste, Santi non lascia l'Italia e diventa commesso viaggiatore di una ditta di profumi. Questo lavoro gli consente di mantenere i contatti con quel che resta dei gruppi socialisti sparsi nella Penisola e di lavorare (in accordo con Antonio Greppi), per il superamento della frattura tra riformisti e massimalisti. Nel novembre del 1934 è arrestato a Foligno; è poi rilasciato e, due anni dopo, è cancellato dalle liste dei "sovversivi". Negli anni tra il 1941 e il 1942, Santi riprende i rapporti con i vecchi compagni di partito e nel 1943, caduto Mussolini, aderisce al PSIUP. Dopo l'armistizio, per sottrarsi alle ricerche della polizia, ripara in Svizzera e a Lugano diventa segretario del Comitato per l'assistenza ai profughi politici italiani. È l'ottobre del 1944 quando Santi raggiunge la Val d'Ossola, dove si è costituita la "repubblica partigiana". Ma i tedeschi rioccupano l'Ossola e Santi raggiunge Milano, dove svolge attività clandestina fino all'insurrezione del 25 aprile. Il CLN gli affida la segreteria della Camera del Lavoro di Milano; poi Santi, nel 1947, con il comunista Giuseppe Di Vittorio e il democristiano Giulio Pastore diventa segretario generale della CGIL, nata dal Patto di Roma. Membro della Direzione del PSI, parlamentare socialista per quattro Legislature, membro dell'Esecutivo della Federazione sindacale mondiale e del Consiglio di amministrazione dell'Ufficio internazionale del lavoro, Fernando Santi fu sempre animato da uno spirito sindacale unitario. Malato, si dimise dalla carica di segretario della CGIL al VI Congresso della Confederazione, che si svolse nel 1965 a Bologna. Al suo nome è intitolato un Istituto, che svolge un'importante attività di assistenza degli italiani all'estero e degli immigrati in Italia.