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Aggressione fascista a Cremona

Domenica scorsa a Cremona si è verificata l'ennesima aggressione fascista di Casa Pound.

Un cittadino, massacrato a colpi di spranga, è ricoverato in pericolo di vita. A confermare, se mai ce ne fosse bisogno, la natura intimamente antidemocratica e violenta, di questa come di altre formazioni neofasciste variamente travestite, natura già più volte accertata e sanzionata in diverse sentenze di Cassazione.
A ricordare alle autorità politiche, amministrative, dei corpi statali ed ai cittadini, che chi usa la violenza, il razzismo, la xenofobia per far rivivere le aberrazioni del fascismo e del nazismo, qui in Italia come in altri paesi d'Europa, deve essere contrastato: sul piano culturale, politico, istituzionale e giuridico.
Il limite all'art. 21 della Costituzione (libertà di pensiero e di parola) è il diritto/dovere di autodifesa della democrazia.

"Non ci possono essere equidistanze, ieri come oggi, tra fascismo ed antifascismo", sottolinea l'Anpi.
"Non ci sono solo i problemi di ordine pubblico, ma anche quelli di ordine repubblicano. Le sottovalutazioni delle istituzioni nel contrastare questi fenomeni di neofascismo, in crescita esponenziale nella nostra regione non hanno più giustificazioni ed è doveroso che le leggi Scelba e Mancino vengano rigorosamente applicate".

"L'ANPI regionale di Lombardia, nell'esprimere solidarietà all'aggredito e gli auguri più partecipi per la sua guarigione, invita tutti, autorità e cittadini, ad una vigilanza attiva e a porre in atto tutte le iniziative volte a contrastare e sconfiggere, nelle coscienze e con la legge, quella vergogna della specie umana che è stato ed è il fascismo".

APPELLO DEI CITTADINI E DEI MOVIMENTI DEMOCRATICI CREMONESI PER UNA NUOVA MOBILITAZIONE POPOLARE UNITARIA CONTRO IL FASCISMO, IL RAZZISMO E LA VIOLENZA PER LA DEMOCRAZIA, LA LIBERTA' E L'EGUAGLIANZA

In queste ore, il nostro primo pensiero è per Emilio, vittima di una violenza omicida che lo ha ridotto in coma. Ai suoi cari vogliamo far sentire il nostro abbraccio fraterno, ai suoi compagni esprimiamo la nostra vicinanza umana. Alcune decine di picchiatori, provenienti anche da città vicine, guidati da alcuni dirigenti e militanti dell'organizzazione neofascista CasaPound di Cremona, ha assaltato con mazze e spranghe la sede del Centro Sociale Autogestito “Gastone Dordoni” scatenando contro i presenti una premeditata violenza. Di fronte alla brutale aggressione fascista, l'intera comunità democratica cremonese esprima senza ambiguità l'assoluta condanna.

Di fronte a quanto è stato messo in atto non è più sufficiente una generica "condanna di ogni forma di violenza". Dalla sua costituzione, e ancor di più dall'apertura della sua sede locale, Casa Pound ha diffuso e propagandato l'ideologia neofascista e neonazista, accompagnando questa barbarie politica con un sempre maggior ricorso ad atti di intimidazione, violenze di gruppo e pestaggi. Ma oggi, ciò che è stato compiuto - in una domenica pomeriggio di sole e di calcio, tra migliaia di cittadini e nei pressi di un ingente schieramento di forze dell'ordine - costituisce un fatto tanto grave e drammatico quanto inedito e inquietante per Cremona. E rende evidente agli occhi di tutti l'esistenza di una realtà ormai non più tollerabile.

A Cremona, domenica pomeriggio non “hanno fatto una rissa”, non “c'è stato uno scontro", e neanche una estemporanea "spedizione punitiva". C'è dell'altro e c'è di più: una vera e propria azione squadrista premeditata contro uno spazio di vita sociale e le persone che lo vivono. Questa azione gravissima - per la preparazione, per l'organizzazione, per la determinazione, per le dimensioni del gruppo d'azione e per il livello della violenza agita - prefigura una condizione che la nostra città non viveva da molti decenni. Che forse non aveva mai vissuto dalla Liberazione. Qui e ora, dunque, si toglie la maschera e svela definitivamente la sua ipocrita copertura un'organizzazione di neo-fascismo e neo-nazismo che, attraverso l’intimidazione e la violenza, sta tentando di affermare la propria presenza nel tessuto democratico e pacifico della città.

Domenica non hanno assaltato solo il Dordoni, hanno colpito il fondamento della democrazia e delle libertà democratiche. Un attentato alle libertà di tutti i cremonesi. Alle indagini delle forze dell'ordine e all'inchiesta della magistratura tocca di accertare dinamiche collettive per attribuire responsabilità penali individuali. Ma a tutti noi tocca di saper vedere il disegno "politico" di cui questi fatti violenti sono una componente funzionale. I “fatti” di domenica non sono più un "problema tra di loro". Cambiano la condizione della città, cambiano la vita di tutti. Dunque chiamano tutti. E tutti sono chiamati ad affrontare questa situazione direttamente. Istituzioni, forze sociali, cittadinanza. Fondato è il timore che la dinamica innescata sia destinata ad una escalation se non incontrerà una risposta diffusa e permanente di mobilitazione popolare democratica e nonviolenta, di impegno civile motivato e responsabile capace di contrapporvisi, interromperla, disinnescarla.

Lo stato delle cose ci chiama ad assumerci le nostre responsabilità e a fare la nostra parte. Occorre allora che tutte e tutti, ed innanzitutto noi antifascisti democratici e nonviolenti, avviamo immediatamente una nuova stagione di mobilitazione sociale, culturale e politica capace di produrre atti simbolici e fatti concreti, visibili, forti, partecipati. Condividiamo il nostro impegno con le cittadine e i cittadini cremonesi, i lavoratori e gli studenti, i giovani e i migranti, la società civile, le reti di vita comunitaria e i movimenti sociali. Vogliamo dare un contributo virtuoso e creativo di azioni positive per difendere e promuovere quel bene comune di interesse generale che è la civile convivenza libera e sicura per ciascuno e per tutti i cittadini di Cremona, nativi e migranti, nessuno escluso.

ANTIFASCISMO È PARTECIPAZIONE. IL LUOGO È QUI, IL TEMPO È ORA. Questo il nostro impegno immediato: - lanciamo un APPELLO UNITARIO da diffondere nei luoghi di vita, di lavoro e di studio, di aggregazione e di ricreazione per la massima mobilitazione comune contro il fascismo, il razzismo e la violenza, per la democrazia, la libertà e l'eguaglianza; - promuoviamo AZIONI DI INFORMAZIONE E DENUNCIA contro la diffusione delle ideologie neofasciste e neonaziste, razziste e xenofobe e contro l'organizzazione e il compimento di azioni di violenza politica.

Queste le nostre proposte urgenti:

- chiediamo alle Forze dell'ordine e alla Magistratura la massima determinazione per il più serrato e rigoroso COMPIMENTO delle INDAGINI e dell' INCHIESTA per l'accertamento dei fatti e l'individuazione delle responsabilità nel più breve tempo possibile;

- chiediamo un INCONTRO CON LE AUTORITA' CITTADINE, IL PREFETTO, IL QUESTORE E IL SINDACO a cui rappresentare le nostre preoccupazioni e avanzare le nostre proposte per la difesa della legalità democratica e la salvaguardia della libera e pacifica convivenza nella comunità cremonese;

- avanziamo la RICHIESTA DI CHIUSURA IMMEDIATA DELLA SEDE DI CASAPOUND per motivi di ordine pubblico, in quanto base logistica dell'organizzazione che in più occasioni, da ultimo il gravissimo fatto dello scorso 18 gennaio, si è resa protagonista di una serie di atti di intimidazione, minaccia, aggressione e pestaggio ai danni di cittadini e attivisti antifascisti; in quanto promotrice di ideologie fasciste e razziste incompatibili con la Costituzione della Repubblica e con la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, eversive dell'ordine democratico;

- sollecitiamo le ISTITUZIONI e le AUTORITA' (ai sensi dei Principi Fondamentali della Costituzione della Repubblica e con particolare richiamo ai dettati della XII Disposizione di Attuazione della Costituzione, della c.d. Legge “Scelba” e della c.d. Legge “Mancino”) affinché si dispongano ad una più attenta VIGILANZA nei confronti delle molteplici forme di riorganizzazione e propaganda delle ideologie fasciste, naziste e razziste, e ottemperino ad una più rigorosa determinazione dei PROVVEDIMENTI e degli INTERVENTI indispensabili per garantire il pieno rispetto della legalità democratica e per garantire la sicurezza di tutti i cittadini, l'ordine pubblico e la civile convivenza nella piena affermazione dei valori costituzionali.

Cremona, 20 gennaio 2015