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"ANTIFASCISTI ADESSO... perché non è ancora finita": in uscita il 14 aprile il libro del Presidente nazionale ANPI

Leggi la prefazione:

"A mo’ di preludio 

Certamente viviamo in una fase di transizione. Verso cosa, non è chiaro. Ma il mondo ribolle di innovazione tecnologica e di guerre, di intelligenza artificiale e di vecchie e nuove povertà, di metaverso e di Nazioni Unite sempre più imbelli davanti ai focolai di crisi, di auto elettriche e di migranti che cercano in ogni modo di raggiungere una terra, augurandosi che sia quella promessa. Intanto si staglia all’orizzonte la gigantesca ombra di uno scontro fra Occidente e Oriente, e forse fra Nord e Sud del pianeta che, incolpevole, continua a riscaldarsi nella sostanziale indifferenza della comunità internazionale. C’è un grande disordine sotto il cielo, e la situazione non è affatto eccellente. Intere generazioni, vissute nell’impegno e nella speranza di un mondo migliore, si trovano – senza averne responsabilità alcuna – in un mondo peggiore. Tutto sembra cambiato, rispetto al secondo dopoguerra, in un convulso precipitare di situazioni che hanno messo e mettono in discussione i lavori, i redditi, gli stili di vita, la sicurezza di ciascuno di noi. 
Tutto questo ci interroga sul futuro, e qualsiasi risposta non può prescindere da un’analisi del presente e da una conoscenza ed elaborazione del passato. Tanto più è opportuna questa operazione, quanto più il passato, metabolizzato nel presente, sembra potersi riaffacciare in forme inedite, perché, come ha scritto Primo Levi, “ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte e oscurate: anche le nostre”. Ed è bene perciò riprendere il filo della memoria cimentandosi nella battaglia delle idee, quanto mai necessaria nel tempo in cui viviamo, quando tutto ci sembra provvisorio, scolorito, inadeguato. Un filo che riguarda specificamente il nostro Paese, la sua storia recente, la natura dello Stato democratico, le ragioni che ci fanno cittadini. Un filo che si chiama antifascismo. 
A proposito, proverò ad avanzare qualche nota, qualche riflessione, qualche idea sul che fare, avendo a mente che il pensiero e l’azione antifascista non possono che nascere dalla critica ai fascismi di ieri e di oggi. 
Ottimismo della volontà, si dice. Ma anche dell’intelligenza, a ben vedere. È il caso di praticarlo persino nel tempo buio che viviamo, perché, se è vero che nulla rimane uguale e tutto di trasforma, se è vero che il cambiamento a cui assistiamo assomiglia più a un precipizio che a un virtuoso percorso, è anche vero che, con uno sguardo lungo, nulla è perduto se si riorganizzano le forze e si contrasta la paurosa deriva in corso. Nel meraviglioso finale del Guglielmo Tell di Rossini, scritto nel 1829 e dunque già in odore di Risorgimento, si canta così: 
Tutto cangia, il ciel s’abbella, 
l’aria è pura, il dì raggiante,
la natura è lieta anch’ella.
Può allo sguardo un solo istante
or nuovo il mondo rivelare! 
E ogni cor pel santo evento 
alzi un grido al ciel tonante: 
Di tuo regno fia l’avvento 
sulla terra libertà, o libertà. 
È notte fonda, è vero. Ma prima o poi tutto cangia, il ciel s’abbella. In fondo, dopo la notte sorge sempre l’alba"

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