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Arbe, la voragine nera nella memoria Italiana. Pagliarulo: "Ogni silenzio deve essere superato"

Si è svolta ieri all'isola di Arbe  (Rab) in Croazia, una grande celebrazione dell'80° anniversario della Liberazione del campo di concentramento fascista. Qui durante l'occupazione italiana, iniziata nell'aprile 1941, furono deportati migliaia di civili slavi – fra cui circa duemila donne e mille bambini - prevalentemente sloveni, ma anche croati ed ebrei, che furono decimati dalla fame, dalle malattie, dalle privazioni, dai maltrattamenti. I deceduti “ufficiali” furono 1.435, ma la cifra fu con tutta probabilità molto superiore. Nessuno ha mai pagato per questi crimini e l'Italia non smette di ignorare questa tragedia.
Sono intervenuti il Presidente della repubblica croata Zoran Milanovič e la Presidente della repubblica slovena Nataša Pirc Musar. L'iniziativa è stata promossa dai presidenti delle associazioni partigiane dei tre Paesi: Franjo Habulin (per Saba Hr Croazia), Marijan Križman (per ZZB-NOB Slovenia), Gianfranco Pagliarulo (per l'ANPI Italia), che hanno preso la parola, assieme al Sindaco di Arbe e ad un superstite del campo di concentramento.
Per l'Anpi nazionale, oltre a Pagliarulo, erano presenti  Carlo Ghezzi, Dino Spanghero, Fabio Vallon. Tra i partecipanti anche molte delegazioni di Comitati provinciali ANPI in particolare dal Friuli Venezia Giulia.
“Oggi noi diciamo “Mai più!” - ha detto il Presidente dell'Anpi in un passaggio del suo intervento - ma sappiamo che non basta dire “Mai più!”. Occorre una piena assunzione di responsabilità da parte del mio Paese, che ho l’onore di rappresentare. Occorre affermare senza alcuna ambiguità che l’invasione italiana fu un atto criminale e che le tragedie successive furono causate soprattutto da quella invasione e aggravate da un razzismo strisciante verso le popolazioni slave. La incancellabile responsabilità politica di tutto ciò ricade sul fascismo italiano e sul nazismo tedesco in un tempo in cui dominavano in tutta Europa i nazionalismi. Ogni silenzio dev’essere superato. A maggior ragione questo è urgente, perché viviamo un tempo in cui rinascono forme vecchie e nuove di nazionalismo, razzismo, irredentismo, e persino di fascismo e di nazismo. Chi non ama tutta l’umanità non ama la sua patria. Questo era lo spirito patriottico dei partigiani italiani e dei partigiani di tutta Europa. Ecco perché dobbiamo pensare a un nuovo umanesimo mondiale in cui ci si ritrova fratelli per migliorare le condizioni di vita e di sopravvivenza sulla terra davanti alle sfide gigantesche a cui l’umanità è oggi sottoposta: lo sfruttamento sul lavoro, la povertà, la fame, le pandemie, il riscaldamento globale. Senza mai dimenticare cosa avvenne in quest’isola, nel nome di tutte le vittime, nella denuncia e nell’esecrazione dei responsabili, andiamo avanti tenendoci per mano”.

Leggi il racconto della celebrazione, a cura di Eric Gobetti, pubblicato sul quotidiano il manifesto : https://ilmanifesto.it/campo-fascista-di-arbe-un-oblio-annunciato

Guarda uno stralcio dell'intervista della Rete televisiva nazionale Slovena al Presidente Pagliarulo: https://www.rtvslo.si/rtv365/arhiv/174985065?s=mmc