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Ascoli, l'assessore inneggia al nazifascismo. L'Anpi: dimissioni

La cosiddetta croce celtica della sciarpa dell’assessore provinciale ascolano Andrea Maria Antonini non è in realtà un “simbolo celtico”, bensì politico. Si dovrebbe parlare, più esattamente, di croci cerchiate, non di croci celtiche almeno quando queste non si riferiscano alle croci cristiane scolpite, incise e dipinte nei Paesi della “frangia celtica”.

Ciò per evitare una scorretta associazione del termine celtico — che, a rigore, andrebbe usato in ambito linguistico e storico-culturale — a movimenti, formazioni e personaggi appartenenti alla destra, specie estrema.

Che si sono impossessati di un antichissimo simbolo solare del neolitico e dell’età del bronzo — un cerchio unito a una croce a bracci uguali —, che è divenuto appunto un emblema politico internazionale (evidentemente alternativo alla croce uncinata), al quale per una parziale analogia è stato attribuito il nome di croce celtica.

Dunque i Celti non c’entrano niente con le ideologie di tipo fascista o nazista, come certamente sapeva il compianto professor Enrico Campanile (1936-1994), docente di glottologia e di filologia celtica all’Università di Pisa, figlio di un martire delle Fosse Ardeatine (cfr. http://www.anpi.it/donne-e-uomini/silvio-campanile/).

No, un assessore non può inneggiare al nazifascismo.

Ma è quello che succede ad Ascoli. E l'Anpi non ci sta. "Si deve dimettere".

Il protagonista di questa guasconata in camicia nera è Andrea Maria Antonini, l'assessore alla cultura della Provincia.

Il presidente, dell'Anpi, William Scalabroni si sente oltraggiato e offeso: "Un assessore alla cultura non può permettersi di passeggiare sugli spalti dello stadio cittadino facendo bella mostra della sua persona addobbata di sciarpa con tanto di simboli celtici che inneggiano e rievocano quel nazifascismo autore dei peggiori crimini a danno dell’umanità. Tanto meno può permetterselo un assessore della Provincia di Ascoli Piceno insignita di Medaglia d’Oro per Attività Partigiana".

E dietro quella Medaglia d’Oro - ricorda William Scalabroni - c’è sangue, tanto sangue. Quello dei partigiani Ascolani trucidati da uomini che sventolavano vessilli con gli stessi simboli che ha esposto al Del Duca Andrea Maria Antonini.

L’Anpi - si spiega - in tutti questi anni ha sempre ribadito, in ogni occasione, la fondamentale importanza che ha il rispetto delle nostre Istituzioni che possono esistere semplicemente perché una parte degli Italiani rese possibile la riconquista della libertà e della democrazia. L’Anpi lo ha fatto cercando il dialogo, cercando di offrire la propria collaborazione, cercando anche di prodigarsi per fare in modo che le celebrazioni commemorative assumessero la solennità che meritano, senza contestazioni e nel rispetto dei protocolli stabiliti.

Questo per noi significa rispetto reciproco dei ruoli istituzionali che ognuno ricopre. Questo rispetto esiste quando due o più parti si impegnano per lo stesso scopo, operando e lavorando all’unisono per il suo raggiungimento. Il rispetto viene a mancare quando una delle parti viene meno al proprio impegno".

Ecco perché Andrea Maria Antonini si deve dimettere.