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Truffatori della storia e vigliacchetti della par condicio

Nella povera Italia di oggi si aggirano due nuove categorie culturali: quelle dei truffatori della storia e quelle dei vigliacchetti della par condicio. Un esempio per il primo genere arriva da Carpi. Dove un editore con la scusa di valorizzare la storia locale semplicemente diffama la Resistenza. Un libro strenna in cui tra l’altro si racconta dell’estate del 1945 e dell’uccisione di un gruppo di prigionieri repubblichini da parte di alcuni partigiani. Un episodio tragico quanto noto di cui si occupò la magistratura e - ricorda il Presidente dell’Anpi di Carpi, Cesare Galantini - che costò agli autori del gesto, processi, carcere ed espatrio.
Tutto chiaro, anche l’innocenza (fu prosciolto con formula piena) del comandante partigiano Umberto Bisi (Omar) tirato in causa da un ex repubblichino scampato all’uccisione. Tutto chiaro e comprovato ma non per il curatore della pubblicazione che come se nulla fosse ripropone tale e quale accuse e sospetti. Truffatori della storia, appunto.

Ma poi c’è l’altra categoria, quella dei vigliacchetti della par condicio. Leggete questa mail, il concetto lo spiega perfettamente.
Salve, mi chiamo Lorenzo e sono un ragazzo di 14 anni. Vengo dalla provincia di Pavia, più precisamente Voghera (tra le altre cose nota per la lapide in commemorazione ai caduti per la Repubblica di Salò).
Le ho scritto per chiedere risposta su un caso in cui sono stato coinvolto in prima persona. Essendo rappresentante degli studenti della mia classe mi sono recato al comitato studentesco in cui noi eravamo chiamati ad interagire con i nostri rappresentanti d'istituto. Durante l'assemblea si è parlato della possibilità di fare venire un partigiano (non è stato specificato bene il nome) a parlare di ciò che accadde tra il '43 fino alla liberazione del '45. Tra il consenso generale, uno dei nostri rappresentanti interviene e dice che, nel caso si faccia venire il partigiano, sarebbe quasi obbligatorio fare venire un ex-repubblichino per permettere il contraddittorio. Personalmente sono rimasto scandalizzato da ciò, soprattutto perché penso che un partigiano non venga a fare propaganda politica, ma venga come uomo che ha vissuto la storia in prima persona. Inoltre penso che ciò sia assurdo, poiché il fascismo è fuori legge: sarebbe come se per invitare un ebreo sopravvissuto ai campi di concentramento, per fare contraddittorio fosse necessario invitare anche un nazista che lo perseguitava. Sono solo io che la penso così, oppure è realmente una cosa da folli? Grazie anticipatamente
”.
Caro Lorenzo, non sei il solo a pensarla così. Tu hai tantissimi amici. Sono i vigliacchetti della par condicio a vivere tra i fantasmi di un feroce regime sconfitto dalla storia.

(Mi.Urb.)