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Per una storia dell'ANPI

Di seguito l'introduzione dell'autore della tesi, Federico De Angelis.

In appendice al volume è pubblicata una lunga intervista al Responsabile della comunicazione e della stampa dell'ANPI Nazionale.

Una scheda del volume è disponibile su http://www.lampidistampa.it/federico-de-angelis/per-una-storia-dell-a-n-p-i-/3652.html

Il volume è acquistabile su:

http://www.ibs.it/code/9788848818520/de-angelis-federico/per-una-storia-dell-a-n-p-i.html

http://www.lafeltrinelli.it/libri/federico-de-angelis/una-storia-anpi/9788848818520

INTRODUZIONE

Poco più di settant'anni fa, nel giugno 1944, mentre metà dell'Italia era ancora in guerra, nasceva a Roma, appena liberata dagli Alleati, l'Associazione Nazionale dei Partigiani d'Italia (ANPI), una delle prime associazioni di questo tipo costituite in Italia in quel periodo, tutt'oggi operante e riconosciuta “erede storica” delle formazioni partigiane. Il suo scopo originario era quello di mantenere unita la “famiglia partigiana” all'indomani del conflitto, valorizzare gli ideali e la memoria della Resistenza, e facilitare il reinserimento degli ex-combattenti nella vita civile.
Attraverso la ricostruzione della storia dell'Associazione, della sua attività e dei momenti di cambiamento che ne hanno caratterizzato nel tempo le vicende associative, si vuole illustrare quale siano oggi gli scopi che la animano, il ruolo e lo spazio che essa intende occupare nella società e nella vita politica italiana, in un contesto storico e sociale profondamente diverso da quello nel quale essa aveva compiuto i suoi primi passi. Si cerca in particolare di far comprendere come questa associazione, sorta direttamente dalla storia della Resistenza e costituita da partigiani - uomini e donne che hanno vissuto e combattuto la seconda guerra mondiale - sia riuscita a superare i naturali vincoli del tempo e garantire la prosecuzione della propria attività in un epoca caratterizzata dai nuovi paradigmi della multimedialità, della globalizzazione e della velocità. Si è provato in sostanza a spiegare cosa è, e cosa vuol dire essere oggi “ANPI”, attraverso la descrizione degli obiettivi, dei mezzi e delle prospettive, con cui essa si propone di operare e di svolgere il proprio ruolo nel presente, e ancora di più nel futuro.
Questo libro trae spunto da un lavoro di ricerca - avviato in occasione della tesi di laurea in Storia Contemporanea - e poi rivisitato (cfr. bibliografia). Esso non ha la pretesa di presentare “La” storia dell'ANPI, ma di fornire un primo contributo, sufficientemente ampio e documentato, “per” una ricostruzione e comprensione delle vicende e del vissuto di questa storica Associazione.

La ricerca copre l'arco temporale dei settant'anni di vita dell'ANPI (1944-2014), celebrati giusto due anni fa, ma fornisce anche alcuni aggiornamenti su eventi più recenti, che si ritiene interessante proporre a testimonianza dell'incessante percorso di cambiamento, che caratterizza la storia di questa Associazione, strettamente legata alle vicende della storia del nostro Pese e del nostro tempo.

Nell'affrontare questo argomento è emerso come, a fronte di una quantità di studi sulla Resistenza e sui partigiani - riferiti sia al periodo della guerra sia ai controversi eventi dell'immediato dopoguerra - siano pochi, frammentari e non aggiornati gli studi organici sull'Associazione in sé, che è poi quella che di fatto ha ereditato e portato avanti gli ideali della Resistenza fino ad oggi.

Lo studio storico sull'Associazione più completo che finora risulta, e di cui ci si è ampiamente avvalsi, è quello di Lucio Cecchini - giornalista e per alcuni anni direttore del periodico informativo dell'ANPI - il quale ha raccolto in due volumi il racconto delle vicende associative dal 1944 al 1996. Il suo sforzo di ricerca è stato notevole e numerose sono le fonti consultate cui egli fa riferimento, sia documenti originari, sia atti degli organi associativi. Tuttavia l'utilizzo della sua opera come riferimento bibliografico - nonostante un'autorevole prefazione dell'allora Presidente ANPI, Arrigo Boldrini - presenta alcuni limiti formali. Manca infatti di note e precisi riferimenti bibliografici, e non sempre i fatti citati sono agevolmente riferibili a luoghi e tempi, che si intuiscono essere invece chiari nella mente ed esperienza diretta vissuta dell'autore. Quest'esperienza a volte s'intreccia in modo non sempre chiaramente distinto con il piano del resoconto storico delle vicende associative. Per questi motivi l'opera di Cecchini, comunque estremamente interessante e importante, è stata utilizzata soprattutto come traccia dettagliata degli eventi nella loro successione cronologica, per individuare le principali vicende associative (fino al 1996) e collocarle sull'asse temporale.

Diversi testi sulla storia della Resistenza (Battaglia, Pavone, Bocca, per citarne solo alcuni), sono stati presi in considerazione per l'analisi del periodo storico in cui nacque l'ANPI e per introdurre alcuni concetti e terminologie in uso, che costituiscono il retaggio storico e culturale originario dell'Associazione: le problematiche storiche e gli ideali della Resistenza, le caratteristiche e denominazioni delle Brigate partigiane, i “nomi di battaglia”, le dimensioni del movimento partigiano, i governi partigiani, la transizione democratica, eccetera.
Altra fonte integrativa, rivelatasi estremamente ricca di informazioni e riferimenti, è stata la rivista periodica “Patria Indipendente” (edita dal 1952), organo informativo ufficiale dell'Associazione, ampiamente utilizzata per integrare soprattutto la storia dell'ANPI dopo il 1996.
Fondamentali riferimenti sugli scopi e sul funzionamento dell'Associazione e sulle sue posizioni e indirizzi programmatici, sono stati: l'intervista realizzata al Responsabile Comunicazione dell'ANPI, su organizzazione e strategie di comunicazione; l'analisi delle normative che direttamente o indirettamente regolano l'attività dell'ANPI (in particolare quelle emanate nell'immediato dopoguerra); l'esame dello Statuto (e delle sue modifiche nel tempo); lo studio degli Atti congressuali e di altri documenti prodotti dagli organi direttivi dell'Associazione, riferiti soprattutto agli ultimi venti anni.

Attraverso l'esame di queste fonti, sono state ricostruite le vicende di questa longeva Associazione, cercando di seguire come metodo l'approccio storiografico suggerito dallo storico Luca Baldissara, basato sull'analisi delle “transizioni”. Sono stati quindi individuati ed esaminati i problemi e i passaggi più critici che l'ANPI ha affrontato nel corso del tempo, e si è cercato di capire e spiegare quali siano stati gli eventi (“inneschi” o “catalizzatori del cambiamento”) che hanno prodotto le accelerazioni e i mutamenti più importanti nella sua storia, e indirizzato le sue scelte in un senso piuttosto che in un altro.

Nello sviluppo dell'analisi non ci si è limitati alla ricostruzione critica delle vicende dell'ANPI, ma si è cercato di mettere costantemente in relazione le motivazioni ideali delle vicende vissute e delle battaglie combattute dall'Associazione con le iniziative effettivamente realizzate e con gli strumenti utilizzati a tal fine. Questo per comprendere come nella sua realtà quotidiana l'ANPI traduca i propri ideali in azioni concrete, e come si proponga di incidere nella vita sociale e politica italiana.
Il racconto delle vicende associative si sviluppa a partire dal Capitolo Primo con la descrizione del contesto storico in cui matura, nel 1944, la decisione da parte dei massimi organi direttivi della Resistenza di costituire l'ANPI. Si illustrano quindi gli scopi originari della sua costituzione, la sua caratterizzazione organizzativa e composizione politica, e le implicazioni del riconoscimento giuridico di “Ente morale”, conseguito nel 1945.
Con il Capitolo Secondo si entra quindi nel vivo della ricostruzione delle problematiche e dei momenti di cambiamento che l'Associazione ha affrontato, soprattutto nei primi anni della sua esistenza. Si spiegano le dinamiche di svolgimento dei Congressi Nazionali, che sono il luogo in cui tutte le rappresentanze associative si confrontano e prendono le più importanti decisioni sul proprio futuro. Con riferimento a questi momenti di confronto si descrivono i primi movimentati anni della vita associativa, in cui si riflettono direttamente all'interno dell'organizzazione le vicende e i contrasti che caratterizzano la politica nazionale (governi di centro-destra) e internazionale (guerra fredda). Si esamina quindi l'attività che ha portato avanti l'ANPI una volta superata questa prima travagliata fase della sua vita, e come essa abbia affrontato i dibattiti politici del secondo Novecento.

Nel Capitolo Terzo si esaminano gli scopi, l'organizzazione e il funzionamento attuale dell'Associazione e dei suoi organi direttivi, per comprendere quale sia l'attuale perimetro, le dimensioni e le modalità operative con cui essa realizza la propria attività, con riferimento a quelle che sono le norme statutarie in vigore.
Nel Capitolo Quarto si presentano le biografie di alcune delle personalità più rappresentative nella storia dell'ANPI (Pertini, Longo, Lussu, Boldrini, …). Particolare attenzione viene successivamente posta nell'analisi di quale sia stato in origine, e quale sia oggi, il ruolo delle donne all'interno dell'Associazione. È stata inoltre ricostruita, con riferimento alla città di Roma, la storia dei luoghi e delle sedi più importanti dell'ANPI. Una breve panoramica descrittiva, ricostruisce infine le relazioni che l'ANPI nel tempo ha stabilito con le altre associazioni partigiane e combattentistiche.

Nel Capitolo Quinto, alla luce di quelli che sono gli attuali trend politici, economici, socio-culturali e tecnologici, sono state esaminate le problematiche e i temi che impegnano programmaticamente l'ANPI nel nuovo millennio. Ad iniziare da quello della graduale scomparsa dei partigiani combattenti, che costituivano il nucleo storico dell'Associazione. Si riporta quindi una sintesi delle più significative iniziative con cui l'ANPI in questi ultimi anni ha affrontato il problema del ricambio generazionale e ha dato corso alle altre sue attività programmatiche. Viene infine esaminata più da vicino la realtà operativa quotidiana delle Sezioni territoriali - l'organo più periferico dell'Associazione - per far comprendere i problemi che essa deve affrontare e risolvere ogni giorno, per costituire e rendere efficace l'operatività dei suoi presidi locali.
Gli effetti più visibili dei nuovi trend storici si manifestano nel campo della comunicazione. Di questo si occupa il Capitolo Sesto. Partendo dalla metafora che l'ANPI “produce e vende idee”, e che quindi la comunicazione è una funzione assolutamente vitale ai suoi scopi, si cerca di capire cosa voleva dire ieri, e cosa vuole dire oggi “comunicare l'ANPI”, quali mezzi essa utilizzava e utilizza a tale scopo.

Un'ampia bibliografia finale, peraltro richiamata nelle note di fondo pagina, documenta puntualmente le fonti di questo lavoro.
Ad integrazione del testo sono riportati in Appendice i seguenti documenti: un'intervista sui contenuti oggetto del libro, rilasciata a settembre 2015 dal Responsabile Nazionale della Comunicazione ANPI, che è stata utilizzata nel corso del lavoro, ad integrazione delle altre fonti; alcune considerazioni e ipotesi per un rinnovamento del logo ANPI; una serie iconografica di immagini, referenziate all'interno dei capitoli; una tabella riepilogativa dei Congressi Nazionali dell'ANPI, dal 1947 al 2016 (date, luoghi, parole d'ordine, presidenti); una mappa dei “luoghi dell'ANPI” a Roma.