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Pagliarulo: "Tanti auguri Marisa, combattente delle idee"

Buongiorno Marisa! Anzi, buon secolo! Cento anni oggi, per gli scherzi della storia, lo stesso giorno dello stesso anno in cui nacque il Pci, allora Partito Comunista d'Italia.

Penso alla tua vita e alla nostra; e penso a quella essenziale differenza: noi abbiamo letto, discusso, spesso approfondito le vicende di quel tempo, del tuo tempo. Tu quelle vicende le hai vissute ed hai agito e interagito da allora ad oggi ed hai fatto dei tuoi anni di ragazza la bussola che ti ha orientato in quelli successivi. Ricordi l'arresto nel maggio del '43, la detenzione alle Mantellate, la tua resistenza a Roma nelle fila del Movimento dei Cattolici Comunisti e nei Gruppi di Difesa della Donna, perché, come hai scritto su Patria Indipendente, “Per unanime riconoscimento sia del CLN che degli stessi comandi nazisti, senza la partecipazione delle donne, compresa quella alla lotta armata, (si pensi ai reparti delle Volontarie della libertà e alle staffette) la lotta di Liberazione non sarebbe stata vittoriosa”.

Lotta armata ben strana la tua. Perché fu senz'armi: “Non ho mai preso un'arma in mano se non per trasportarla”. Brutta cosa le armi, e tu lo sapevi. Ma furono costretti, quei partigiani. A ben vedere forse si può dire che la Resistenza fu un atto di legittima difesa collettiva contro chi delle armi aveva il mito, con le armi aveva schiacciato altri popoli, con le armi voleva schiacciare il nostro popolo.

Tu c'eri, e combinasti l'ossimoro della lotta armata senz'armi contribuendo a gettare le basi di quella Repubblica di cui sei stata madre e protagonista. In quel tempo di ferro e di fuoco, nel '44, ti unisti per la vita a Franco Rodano, un uomo di pensiero che sarà poi vicino a Enrico Berlinguer. Ed al partito di Enrico, a quel tempo di Palmiro Togliatti, ti leghi nel 1946, l'anno della Repubblica, della Costituente, del voto alle donne, per il quale avevi fatto “una gran campagna” con l'Unione Donne Italiane. Deputata, senatrice, vicepresidente della Camera, parlamentare europea e tanto, tanto altro, in un avvicendarsi di compiti, scritti, iniziative, avendo sempre come riferimento i diritti delle donne e perciò i diritti di tutti. Perciò ti chiamiamo donna della Resistenza e dei diritti.

La tua vita è un secolo di storia d'Italia, delle sue donne e del suo popolo, la storia di tutti noi, che dobbiamo a te e a quelle e quelli come te l'aria libera che respiriamo. Sei una combattente, cara Marisa, una grande combattente che alla critica delle armi ha fatto seguire l'arma della critica, spesso ben più tagliente ed efficace. Sei una combattente delle idee. E quanto bisogno abbiamo, Marisa, di idee nel tempo che viviamo! Abbiamo bisogno di idee e di combattenti per cambiare un'Italia spossata dalla pandemia e dal disagio sociale, per mettere al centro della vita comune il cittadino e non il consumatore, la persona e non l'individuo, perché viviamo, come hai scritto, “in un'epoca di feroce individualismo”.

Cento anni, Marisa. La storia del Novecento, delle sue oppressioni e delle sue liberazioni, dell'abisso del lager e dell'assalto al cielo, del vuoto infinito dell'atomica e dei figli dei fiori, dell'eskimo e del riflusso, delle grandi conquiste sociali e della vendetta delle classi dominanti, del crollo del muro e della crescita di nuovi mille muri, dell'illusione e della delusione. E tu sempre al lavoro, nel vecchio e nel nuovo secolo, ieri come oggi, al tempo in cui “non si riconosce ciò che è essenziale per dare un senso all'esistenza”, come ci insegna Papa Francesco, al tempo in cui c'è chi ha la sensazione di aver perso la speranza che, come ha scritto Federico Garcìa Lorca, è “la più terribile delle sensazioni”. Ebbene, cara Marisa, in questo tempo grigio di nebbia e di futuro tu continui a raccontarci del senso dell'esistenza e della riconquista della speranza. Da partigiana, com'eri e come sei.

Buongiorno Marisa! Anzi, buon secolo! Continua ad aiutarci. Oggi più che mai. E auguri, tantissimi, con amore partigiano.

Gianfranco Pagliarulo - Presidente nazionale ANPI

21 gennaio 2021