Salta al contenuto principale

Pagliarulo: "Il silenzio sulla questione palestinese ha portato radicalismi e guerra"

Non basta l'allarme ed il dolore per le vittime israeliane e palestinesi, che tutti abbiamo provato. Né ci consola il sospiro di sollievo per l'attuale cessazione delle ostilità.

Fermati i missili e i bombardamenti, sorge il problema più importante: impedire nuovi missili e nuovi bombardamenti. È di ieri la notizia di scontri sulla spianata delle moschee. Da ciò l'urgenza del riconoscimento dello Stato di Palestina come primo dei tanti passi da percorrere per far sì che ci siano finalmente due popoli liberi in due stati a pari dignità. Non è uno Stato un assieme puntiforme di territori.

Questo abbiamo chiesto il 17 maggio, quando ancora cadevano missili e bombe, in una lettera inviata una lettera ai segretari del Pd, Sinistra italiana, Italia Viva, Articolo 1, Rifondazione comunista, federazione dei Verdi, Movimento 5 stelle, Più Europa, Forza Italia. Hanno firmato i segretari generali e i presidenti di otto grandi sindacati e associazioni: Cgil, Cisl, Uil, Acli, Arci, Legambiente, Libera e ANPI.

Nella lettera abbiamo scritto del silenzio mondiale calato da anni sulla questione palestinese e dell'incancrenirsi di radicalismi, odi, guerre. Mentre l'Unione Europea tace o condanna nella sostanza una sola parte, aumentano le tensioni fra i Paesi del Medio Oriente e nel mondo.

Aggiungo che ci devono essere confini condivisi e regole certe, cioè costituzioni, da entrambe la parti. Oggi non ci sono.

Aggiungo ancora che in Israele da tempo un governo di estrema destra legato agli ebrei ortodossi pratica una politica di provocazioni, aggressioni, insediamenti. È del 2018 l'approvazione di una legge fondamentale che afferma che lo Stato d'Israele è lo Stato del popolo ebraico negando di fatto pari cittadinanza ai palestinesi. E prescrive lo sviluppo degli insediamenti, cioè delle colonie in territorio palestinese. Infatti tutto è iniziato a Gerusalemme quando nelle scorse settimane sono state sfrattate alcune famiglie palestinesi dalle loro case.

In Hamas, organizzazione fondamentalista, responsabile, sapendo benissimo quali conseguenze avrebbe causato, dell'attacco missilistico alle città israeliane, che condanniamo senza se e senza ma, prevale l'idea di negare l'esistenza dello Stato di Israele.

Bisogna spezzare questo circuito infernale che ha portato, come abbiamo scritto, al restringimento degli spazi democratici ed alla militarizzazione delle società. Come? Nel 1947, abbiamo scritto, la risoluzione delle nazioni Unite indicava la soluzione nella divisione della Palestina in due parti; ma c'è voluto mezzo secolo perché si trovasse un accordo. Ecco, il Come ce lo hanno insegnato uomini come Rabin e Arafat, gli autori degli accordi di Oslo, che prevedevano due popoli in due Stati. Ma Israele è riconosciuto, la Palestina no. Per quanto disatteso, l'accordo di Oslo, abbiamo scritto, è tutt'ora vigente. Per questo chiediamo uniti con urgenza all'Italia e all'Unione Europea di riconoscere lo Stato di Palestina.

Per questo abbiamo scritto che “non è più sufficiente esprimere la condanna della violenza o fare il dovuto appello ai principi e ai valori, se poi nei fatti non c'è un'azione conseguente e coerente”.

Se si vuole si può fare. Ma bisogna volerlo. Il sistema politico ascolti la società. Per questo noi, che fra associazioni e sindacati rappresentiamo otto grandi formazioni sociali del nostro Paese, chiediamo ai partiti di buona volontà un incontro pubblico e una discussione comune. Riconoscere lo Stato di Palestina: questo è l'appello che uniti abbiamo rivolto.

Gianfranco Pagliarulo - Presidente nazionale ANPI

24 maggio 2021

Il video integrale della Conferenza stampa : https://www.youtube.com/watch?v=l1PAsFjj1Tg