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CI FU CHI DISSE NO

La Legge Casati del 1859 non prescriveva alcun giuramento speciale per i professori universitari, equiparati agli altri impiegati dello Stato. Veniva richiesto a tutti un giuramento di fedeltà al re e allo Statuto. Anche la riforma del 1923 ad opera del ministro Giovanni Gentile prevedeva questa formula, pena decadenza: “Giuro di essere fedele al Re e ai suoi Reali successori, di osservare lealmente lo Statuto e le altre leggi dello Stato, di esercitare l'ufficio di insegnante e adempiere tutti i doveri accademici col proposito di formare cittadini operosi, probi e devoti alla Patria”. La fascistizzazione della scuola e della cultura viene avviata con la pubblicazione del Manifesto degli intellettuali del Fascismo (Bologna, 1925) e si conclude nell'agosto 1931, quando i professori universitari furono costretti a giurare fedeltà al regime.

In una nota a Mussolini del 1929, lo stesso Gentile scrive: “Con una breve aggiunta alla formula vigente potrà, come ho avuto l'onore di esporre a voce, risolvere la questione delicata e ormai urgente della fascistizzazione delle Università Italiane”. Si ritiene dunque che fu lui tra i promotori dell'aggiunta al giuramento delle parole “al Regime fascista”. Una pesante cappa di piombo calò sulla scuola e sul mondo universitario. E Gentile commentò: “L'intellettuale sbandamento (…) sparisce dalle nostre università, dove rimase sino a ieri annidato, e la pace necessaria al lavoro torna nella scuola. (…) Il fascismo ha vinto e l'Italia è tutta fascista”.

All'inizio dell'Anno Accademico 1931-'32, quando 1.225 docenti universitari furono invitati a firmare un modulo, 12 non si piegarono all'imposizione. Persero così la cattedra e il diritto alla liquidazione e alla pensione. Ecco i nomi (sui quali tutti gli storici concordano) dei 12 professori che non prestarono il giuramento:

  • Ernesto Buonaiuti (1881-1946), Storia del cristianesimo, Università di Roma
  • Mario Carrara (1866-1937), Antropologia criminale e Medicina legale, Università di Torino
  • Gaetano De Sanctis (1870-1957), Storia antica, Università di Roma - Giorgio Errera (1860-1933), Chimica, Università di Pavia
  • Giorgio Levi Della Vida (1886-1967), Lingue semitiche, Università di Roma
  • Fabio Luzzatto (1870-1954), Diritto civile, Università di Macerata
  • Piero Martinetti (1872-1943), Filosofia, Università di Milano
  • Bartolo Nigrisoli (1858-1948), Chirurgia, Università di Bologna
  • Francesco Ruffini (1863-1934), Diritto ecclesiastico, Università di Torino
  • Edoardo Ruffini Avondo (1901-1983), Storia del diritto, Università di Perugia
  • Lionello Venturi (1885-1961), Storia dell'arte, Università di Torino
  • Vito Volterra (1860-1940), Fisica matematica, Università di Roma

Le ANPI Provinciali, in contatto con le Università di Torino, Milano, Pavia, Bologna, Pisa, Macerata, Perugia, Roma, stanno realizzando delle conferenze negli atenei in cui operavano i docenti espulsi. Al termine dell'iniziativa, verranno raccolti i materiali (biografie dei docenti commemorati, testi, relazioni, interventi) che costituiranno la base per un'ulteriore diffusione dei risultati di conoscenza raggiunti, in primo luogo tra gli studenti delle scuole medie e superiori.

In allegato, alla fine di questo articolo, le locandine con i programmi delle conferenze.

Leggi l'articolo su Il Fatto Quotidiano: https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/09/20/il-prete-il-filosofo-il-linguista-il-criminologo-le-storie-dei-12-accademici-che-non-giurarono-fedelta-al-fascismo-e-gli-eventi-per-ricordarli/6325567/?fbclid=IwAR3TkTSzo1mFFHMMS8j5VvIrUk2E4cyCS2D6-HyMdLpQwDJnSR_xBJoXaHE

Vai al video di presentazione dell'iniziativa: Ci fu chi disse no.

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