Salta al contenuto principale

Ada Natali

Nata a Massa Fermana (Ascoli Piceno) il 5 marzo 1898, deceduta a Massa Fermana il 27 aprile 1990, insegnante, prima donna eletta Sindaco in Italia, deputata comunista.

Era figlia di Giuseppe Natali, sindaco socialista di Massa Fermana che, nel 1922, gli squadristi avevano picchiato a sangue. Anche la "maestra Ada" (come la chiamavano i suoi compaesani, dopo che si fu diplomata), dovette subire le persecuzioni fasciste. Si era iscritta a Legge a Macerata e, quando chiese di poter insegnare in un paese non troppo lontano dalla sede universitaria, fu mandata ad Apezzana di Loro Piceno, una località dove non c'erano ancora le strade. Così la "maestra Ada", quando doveva andare all'Università, era costretta a percorrere faticosi sentieri, per poter poi prendere, a Passo Loro, un pullman per Macerata. Caparbiamente la ragazza, che era definita dalla polizia fascista "sovversiva comunista pericolosa", riuscì a laurearsi in Giurisprudenza e in quegli anni, oltre che ai suoi scolari, insegnò a leggere e a scrivere ai contadini analfabeti della zona. Dopo l'8 settembre 1943, Ada Natali prende parte alla Guerra di liberazione nelle file della Resistenza marchigiana. Partecipa, con i partigiani del Maceratese, alle battaglie di Pian di Piega e San Ginesio e, dopo la ritirata dei nazifascisti, torna al suo lavoro di insegnante elementare a Massa Fermana. Nel 1945, militante del PCI, è eletta sindaco. È la prima donna, in Italia, che assume questo incarico e, nel 1946, istituisce nel suo Comune le "colonie" per i bambini (un modo per assicurare un piatto di minestra, ai piccoli delle famiglie più povere). Nelle elezioni politiche del 1948, la "maestra Ada" è presentata come unica candidata comunista nelle Marche e viene eletta alla Camera dei deputati. Nel 1953 si impegna nella campagna elettorale in Sicilia e, negli anni Cinquanta, si batte perché le operaie delle fabbriche marchigiane ottengano regolari contratti di lavoro. Per quel che ha fatto in quel periodo è anche processata, ma i suoi difensori (fra i quali Umberto Terracini), ne ottengono l'assoluzione. È anche assolta quando la processano per alienazione di oggetti artistici comunali, venduti per salvare una preziosa Natività di Vincenzo Pagani. Quando si ritira a vita privata, la "maestra Ada" non interrompe i rapporti con il movimento di emancipazione femminile, così come quelli con i dirigenti del PCI, con i quali ha condotto tante battaglie democratiche. Cattolica praticante, ha mantenuto, sino alla morte, ottimi rapporti anche col clero locale. Ad Ada Natali è stata intitolata una via di Massa Fermana.