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biografie

Abo Gattoronchieri “Cilin” (Lerici, 30-06-1927 – Lerici, 09-04-2005) Abo, sin da giovanissimo, fu ricercato dal regime e costretto a fuggire ai monti perché figlio di un importante antifascista, Santino, comandante della formazione Angelo Trogu. “Cilin” era il più giovane partigiano di quella formazione ed apprendeva gli esempi di umanità e solidarietà da quel gruppo ricercando con entusiasmo il senso di libertà, disperso da troppo tempo. Lo hanno ricordato il poeta serrese Paolo Bertolani e il poeta partigiano lericino Francesco Tonelli in due poesie.

Giuseppe Cargioli “Sgancia”, (Fosdinovo, 22-03-1928 – Lerici, 18-08-2014) Già nei primi mesi del ’44 fu attivo nella Resistenza: non mancava mai alla Rocchetta, al “Fodo”, da cui prendeva i volantini antifascisti che poi distribuiva al cantiere del Muggiano. I tedeschi lo catturarono subito dopo lo sciopero, ma un tenente della Wehrmacht, impietosito, riuscì a farlo scappare. Dalla Spezia fuggì nello Zerasco e divenne partigiano della colonna Giustizia e Libertà sotto il comando di Amelio Guerrieri appena in tempo per il primo combattimento, quello del tragico rastrellamento del 3 agosto 1944. In seguito combatté nel Battaglione Internazionale di Gordon Lett e nella brigata garibaldina Vanni. Successivamente entrò nella Brigata garibaldina Lunense, andò a Bardine dopo la terribile strage nazifascista del 19 agosto 1944. I sentieri della Resistenza tra Sarzana e Fosdinovo li conosceva tutti, uno per uno. Era un gran camminatore e correva velocemente per i monti a portare l’ordine di sganciamento alle diverse brigate: da qui il suo soprannome. Avrebbe voluto chiamarsi “Napoleone”, ma fu per sempre “Sgancia”. La sua ultima Brigata, anch’essa garibaldina, fu la Muccini, di stanza a Canepari. Qui venne fatto prigioniero, in un’imboscata di cui fu vittima anche Paolino Ranieri “Andrea”. Venne trasferito alla Spezia, nella caserma del 21° Reggimento Fanteria, fu picchiato e torturato per quasi un mese, ma non parlò. Fu liberato grazie a uno scambio di prigionieri poco prima del 25 aprile. Dopo la Liberazione “Sgancia”, esperto saldatore, lavorò in Italia, poi per vent’anni in Australia, dove fondò la sezione dell’Anpi “Fratelli Cervi”, con 102 soci, e si iscrisse al piccolo Partito Comunista Australiano; tornò in Italia nel 1980; da allora s'impegnò nel Pci e nell’Anpi fino alla sua morte.

Angelo Devoto “Vitozzi” Nacque nel 1932. Rimasto orfano di madre e abbandonato dal padre insieme ai sei fratelli, il piccolo Angelo a otto anni vagava per le strade di Spezia in compagnia del fratello Mario, di nove, chiedendo l’elemosina e dormendo nei portoni. Fu poi adottato da una famiglia di Lerici e potè ritornare a scuola ma, a causa di un danno procurato ad un'insegnante, venne espulso da tutte le scuole del Regno. Dopo quell'episodio, all'età di soli 12 anni, scappò in montagna tra i partigiani diventando una staffetta. Entrò a far parte della brigata Muccini e adempì ai suoi ardui compiti con la serietà e il coraggio di un adulto. Ben contento di trovarsi in un'altra “famiglia” era, al tempo stesso, ignaro di quanto la situazione fosse tragica. In montagna ogni combattente aveva un nome diverso da quello di battesimo, il nome nuovo per Devoto fu “Vitozzi lo scugnizzo” che derivava dal nome Vittoria, in ricordo della mamma adottiva di Lerici. Il suo compito fu principalmente quello di preparare bombe rudimentali da collocare sotto i ponti, lungo le strade o sui binari delle ferrovie per sabotare i tedeschi, per questo venne soprannominato anche Torpediniere. Rientrò a Lerici dopo la Liberazione.

Francesco Tonelli “ Henry” (Lerici, 01-08-1925) Nella cittadina ligure che “un muro d'azzurro separa dal resto del mondo...” - come dice un suo verso – svolge una intensa attività di scrittore e poeta. Repubblicano storico, come si definisce, è figlio di un Legionario di Fiume, ha avuto in famiglia comunisti, anarchici e anche ferventi cattolici. E se del padre conserva il brevetto di Legionario a firma Gabriele D'Annunzio, per sé e a proprio nome conserva l'attestato di Partigiano a firma del generale Alexander. Francesco Tonelli, membro della “Brigata Muccini” con il nome di “Henry”, ha partecipato alla Resistenza e ha combattuto per la libertà con la purezza di spirito di un ragazzo di 18 anni. Coerente con la sua concezione filosofico-ideale, nella vita pubblica e in quella privata è rimasto un combattente, un uomo libero che si oppone a qualsiasi schiavitù, potere o interesse.