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Convegno su "La violenza e il coraggio"

LA VIOLENZA E IL CORAGGIO

Donne, Fascismo, Antifascismo, Resistenza

IERI E OGGI

Milano, 16 marzo 2013 – ore 10,00-17,30

Palazzo Marino - Sala Alessi

Programma

Apre i lavori Monica Minnozzi, del Coordinamento Nazionale Donne dell’ANPI

Saluti delle autorità presenti

Introduce Lidia Menapace, docente universitaria, partigiana, componente del Comitato Nazionale ANPI

“Le ragioni e gli obiettivi del Convegno”

Interviene Carlo Smuraglia, Presidente Nazionale dell’ANPI

Relazioni

Simona Lunadei, della Società Italiana delle Storiche

“Il fascismo contro le donne: l’ideologia, le leggi”

Dianella Gagliani, Docente di Storia Contemporanea all’Università di Bologna

“La scelta della Resistenza: guerra alla guerra e affermazione di diritti”

Raffaele Mantegazza, Docente di pedagogia Interculturale - Università Milano - Bicocca

“Sebben che siete (ancora) donne: espropriazione e resistenza del femminile oggi”.

Dibattito

Conclusioni di Marisa Ombra, Vice Presidente Nazionale ANPI

Nel corso del Convegno verranno lette citazioni di testi fascisti e testimonianze attinenti i temi in discussione a cura dell'attrice Aglaia Zannetti

Durante l'affluenza del pubblico saranno proiettate immagini, frasi e slogan del fascismo e sulle donne nella Resistenza.

Con il convegno organizzato dal Coordinamento donne, sul tema "La violenza e il coraggio – donne, fascismo, antifascismo, Resistenza, ieri e oggi", non si intende, semplicemente, “custodire la memoria”. Benché ricordare cos’è stato effettivamente il fascismo per le donne - più esattamente contro le donne - in questi tempi di riferimenti a quel regime come fascismo buono, colpevole solo di qualche errore, sia più che necessario. Come è necessario ribellarsi all’assuefazione per cui disordini nelle scuole
e negli stadi, scritte violente su molti muri, violenze contro i diversi, frasi orrende sul web, vengono assorbiti come trascurabili scorie marginali.

Al centro del convegno c’è, soprattutto, l’attualità: si vogliono analizzare le costanti di una cultura che, pure avendo compiuto grandi passi avanti, soprattutto nelle leggi, resiste nelle pieghe della società. Dove persiste un’idea della donna che, dopo tutto, se anche non trova un lavoro, un lavoro comunque ce l’ha ed è la maternità e dunque poco o niente si fa per favorire l’assunzione di responsabilità nel lavoro e nel sociale. Un’idea della donna come proprietà, che giunge persino al femminicidio, della quale si continua a mettere in primo piano il corpo, condannandola ad eterno oggetto da usare per il proprio piacere.
Come denunciare e combattere questa vecchia cultura che fa dell’Italia uno dei Paesi più arretrati e non solo d’Europa, è il tema del convegno.