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Marisa Musu

Nata a Roma il 18 aprile 1925, morta a Roma il 3 novembre 2002, giornalista, Medaglia d'Argento al Valor Militare.

Nel suo testamento - sapeva di dover morire, dopo essere stata colta da un male spietato - Marisa Musu aveva scritto: "Non passate sotto silenzio che sono stata comunista dal lontano 1942". Proprio all'inizio di quell'anno, infatti, la liceale del "Mamiani" era entrata nell'organizzazione clandestina del Pci insieme alla sua compagna Adele Maria Jemolo. L'anno dopo, a settembre, Marisa era stata tra i protagonisti della sfortunata battaglia per la difesa di Roma.
Con la capitale occupata dai nazisti non si era arresa: con il nome di "Rosa" era entrata nella formazione dei GAP (i Gruppi di azione patriottica), guidata da Franco Calamandrei e della quale facevano parte Rosario Bentivegna, Carla Capponi, Mario Fiorentini, Lucia Ottobrini, Luigi Pintor, Pasquale Balsamo, Carlo Salinari e Franco Ferri.
Tra le tante azioni portate a termine da questo gruppo contro gli occupanti, il leggendario attacco del 23 marzo del '44 ad una colonna di nazisti in via Rasella, durante il quale "Rosa" ebbe il compito di "coprire", armata, Bentivegna e la Capponi. Due settimane ancora, poi dopo altre azioni portate a termine, "Rosa", con Pasquale Balsamo ed Ernesto Borghesi, cadono nelle mani della polizia. Per loro fortuna, ad arrestarli furono i commissari Colasurdo e De Longis (che erano in contatto col CLN). Facendoli passare per comuni rapinatori, i due funzionari fecero rinchiudere Balsamo e Borghesi a "Regina Coeli" e Marisa Musu alle "Mantellate". La ragazza, che era già stata condannata a morte dal Tribunale di guerra nazista, riuscì, prima che la sua vera identità fosse scoperta, a farsi trasferire, fingendosi malata, all'Ospedale San Camillo. Di qui evase grazie all'aiuto di alcuni medici antifascisti.
Dopo la Liberazione Marisa Musu ha lavorato nel movimento giovanile comunista, ha fatto parte del comitato centrale del Pci, partito dal quale è uscita per passare a Rifondazione, si è occupata a lungo di problemi della scuola, è stata giornalista a Paese Sera e a l'Unità, è stata inviata per due anni a Pechino, poi in Vietnam, a Praga nel '68, in Mozambico e in Palestina. Sulla Resistenza a Roma Marisa Musu ha scritto due libri La ragazza di via Orazio, che ha voluto recasse per sottotitolo Vita di una comunista irrequieta e, in collaborazione col suo compagno Ennio Polito, Roma ribelle.