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Paolo Facelli

Nato ad Arizzano (allora in provincia di Novara, oggi Verbania) il 15 febbraio 1900, deceduto a Vercelli il 20 gennaio 1971, ferroviere.

Aveva cominciato a lavorare a 10 anni come garzone di stalla in un'azienda agricola. Era poi diventato operaio a 14 anni e aveva aderito al Partito socialista, divenendo segretario del Circolo giovanile attivo nella fabbrica di solfati Olomont. Nel 1921, mentre si trovava a Fossano per il servizio di leva, organizzò tra i commilitoni una raccolta di fondi a sostegno dei comunisti russi. L'iniziativa gli valse sei mesi di carcere militare a Limone Piemonte. Paolo Facelli, che era entrato per concorso alle Ferrovie e che, avendo aderito al PCd'I svolgeva attività antifascista clandestina, fu di nuovo arrestato nel 1931 e condannato dal Tribunale speciale a 5 anni di reclusione, scontati parzialmente nel carcere di Castelfranco Emilia (MO). Liberato per amnistia (aveva rifiutato di sottoscrivere la domanda di grazia presentata dai famigliari), nel 1933 Facelli aveva trovato lavoro alla Chatillon di Vercelli, dove fu tra gli organizzatori dello sciopero del marzo 1943. Dopo l'armistizio Paolo Facelli, col nome di battaglia "Chiara", fu comandante di distaccamento della Brigata SAP "Bolero", nella quale militò anche, col nome di copertura "Corso", il figlio diciassettenne Piero. "Corso", arrestato e deportato dai tedeschi, riuscì a sopravvivere. Nel dopoguerra Paolo Facelli fu tra i fondatori a Vercelli della Sezione comunista del rione Isola, del cui direttivo fece parte sino al 1960.

(e.p.)