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Pietro Meloni

Nato a Sestu (Cagliari) il 23 novembre 1899, morto nel lager di Gusen (Austria) nel marzo del 1945, operaio.

Di famiglia poverissima, non poté andare a scuola e a sette anni cominciò a lavorare in campagna. Imparò praticamente da solo a leggere e a scrivere, tanto che, raggiunta l'età della leva, riuscì ad arruolarsi nella Guardia di Finanza. Nel Corpo rimase sino all'età di 24 anni quando, ferito in servizio, fu congedato con una piccola "pensione temporanea" che non gli permetteva di vivere. Fu così che Meloni decise di emigrare in Francia, dove cominciò a guadagnarsi la vita passando da un cantiere all'altro. Lì conobbe nel 1925 una sua quasi coetanea veronese, Rosa Tosoni; i due emigrati si sposarono e si stabilirono a Lione. Qui entrambi entrarono nell'organizzazione comunista. L'occupazione tedesca trova i coniugi Meloni a Modane, dove Pietro era diventato segretario della sezione comunista. Per un certo periodo di tempo Pietro e Rosa collaborano con la Resistenza francese; poi sono consigliati di tornare in Italia. Nel 1940 i due sposi sono a Verona, lui spedizioniere alla Mondadori e al contempo membro del Comitato federale clandestino del PCI, lei occupata all'Arsenale militare. Pochi anni di relativa tranquillità, poi l'armistizio, l'occupazione tedesca e l'inizio dell'attività di organizzazione della lotta di liberazione nei comuni della provincia di Verona. Anche per non dar adito a sospetti, Pietro e Rosa si muovevano spesso insieme e insieme furono catturati dalle SS tedesche. Era il 12 ottobre del 1944 quando i Meloni finirono nelle segrete del Palazzo INA di Verona. Vi stettero pochi giorni, ma vi uscirono, segnati dalle torture, per essere deportati nel campo di Gries, alla periferia di Bolzano. Un mese dopo Pietro viene tradotto nel lager di Gusen (Mauthausen), di dove non farà più ritorno; Rosa riesce a sopravvivere sino alla Liberazione. Tornerà a lavorare all'Arsenale. Anche da pensionata continuerà, sino in età molto avanzata, nel suo impegno nelle organizzazioni democratiche veronesi. Nel 1955 la gioia più grande per Rosa Tosoni: il Comune di Verona conferisce alla memoria di Pietro Meloni una medaglia d'oro, per il contributo dato alla Resistenza.