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Carlo Donat Cattin

Nato a Finalmarina (oggi Finale Ligure - Savona) il 26 giugno 1919, deceduto a Montecarlo il 17 marzo 1991, giornalista, sindacalista ed esponente democristiano.

Redattore de L'Italia sino al 1940, s'impose nella vita politica provenendo dalla Gioventù di Azione Cattolica. Dopo l'8 settembre 1943 fu tra gli organizzatori della DC in Piemonte e prese parte alla Resistenza, rappresentando i democristiani nel Comitato di Liberazione Nazionale di Ivrea e del Canavese. Segretario dell'Unione provinciale torinese dei cosiddetti Sindacati liberi, nel 1951 Donat Cattin - che era torinese di adozione, essendosi la sua famiglia trasferita nel capoluogo piemontese quando Carlo era giovanissimo - fu eletto consigliere comunale a Torino e, nel 1953, consigliere provinciale. Nel 1958 divenne parlamentare. Rieletto nel 1963 e nel 1968, ha fatto parte dei tre governi Moro (1963-66), come sottosegretario alle Partecipazioni statali e dei successivi governi Rumor, Colombo e Andreotti come ministro del Lavoro e della Previdenza sociale, ministro per il Mezzogiorno, ministro dell'Industria. Nel 1980 (quando si scoprì che il figlio Marco era un terrorista di "Prima Linea", accusato dell'eliminazione, a Milano, del giudice Emilio Alessandrini), lasciò temporaneamente l'attività politica, per riprenderla con Bettino Craxi che, nel 1986, lo nominò ministro della Sanità. Di nuovo ministro, nel 1989, con Andreotti, che gli affidò il dicastero del Lavoro, a Carlo Donat Cattin è stato attribuito il merito di avere, con Gino Giugni, "portato la Costituzione nelle fabbriche". L'anno dopo la sua morte, si è costituita a Torino una Fondazione che porta il suo nome e che è stata giuridicamente riconosciuta nel 1998. A Carlo Donat Cattin è stata anche intitolata, nel 2006, una struttura alberghiera per anziani a Baceno (VB).