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Italo Nicoletto

Nato a Oberhausen (Germania) il 15 luglio 1909, deceduto a Brescia il 5 dicembre 1992, dirigente del PCI.

Quando i suoi tornarono dalla Germania, dov'erano emigrati per ragioni di lavoro, Italo (ancora studente) aderì al Partito comunista. Aveva soltanto diciotto anni quando fu arrestato per la prima volta a Brescia. Processato dal Tribunale speciale con altri 34 compagni, il giovane comunista fu condannato a 3 anni di carcere. Nel 1929 rifiutò di sottoscrivere la domanda di grazia e nel 1930, a fine pena, fu confinato a Lipari. Nel 1931 era ancora al confino, ma fu mandato a Milano per prestarvi il servizio militare. Ne approfittò per riprendere l'attività politica, il che gli costò, terminata la "ferma", un nuovo arresto e tre anni tra carcere e confino. Nel 1937, Nicoletto espatria clandestinamente in Francia. Per un po' lavora, a Parigi, per la Federazione giovanile comunista, poi passa in Spagna. Ispettore della Brigata Garibaldi, il giovane combattente antifranchista è ferito sull'Ebro. Rientrato in Francia, nel 1939 dirige la Casa editrice del partito sino a che, con l'occupazione tedesca di Parigi, passa nella regione Lot-et-Garonne per organizzarvi gli antifascisti italiani, il sabotaggio della produzione bellica destinata ai nazisti e costituire i primi gruppi partigiani. Quando, nel giugno del 1941, si sposta a Marsiglia per organizzarvi, con Ilio Barontini, i Francs-tireurs et partisan della Francia meridionale, il suo nome di copertura è "Andreis". Ciò gli consentirà, allorché nel luglio del 1943 sarà arrestato e torturato a Nizza, di evitare che il Tribunale militare della IV Armata italiana, che lo processa in agosto a Breuil, lo condanni a morte. "Andreis", coimputato, sarà infatti condannato, in contumacia, alla pena capitale; Italo Nicoletto si prende "soltanto" 7 anni di reclusione e viene rinchiuso nel carcere di Fossano. Ne evaderà, l'8 settembre 1943, con Emilio Sereni, ma con lui sarà ripreso dalle SS. Altri sette mesi di prigione, poi la libertà, grazie ad un'azione organizzata dal Partito comunista. Nicoletto riprende subito la lotta. Partigiano nelle Langhe, alla fine del 1944 è nominato comandante del Raggruppamento Divisioni Garibaldi "Langhe", che comprende quattro Divisioni partigiane. Nel febbraio del 1945, dopo che i nazifascisti hanno catturato i membri del Comando Piazza di Torino, Nicoletto è chiamato nel capoluogo piemontese come comandante di quella Piazza militare. Così è lui che, nell'aprile, prepara e dirige l'insurrezione popolare, ordinando il vittorioso attacco generale, nonostante l'opposizione del colonnello Stevenson e dei Comandi alleati. Nel dopoguerra, Italo Nicoletto è stato, dal 1945 al 1947 e dal 1950 al 1954, segretario della Federazione comunista di Brescia. Negli anni dal 1948 al 1950 ha diretto la Federazione di Mantova. Eletto deputato nelle liste del PCI nel 1948, è stato riconfermato al Parlamento nelle quattro successive legislature. È del 1982 un suo libro autobiografico.