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Nicolò Carandini

Nato a Como il 6 dicembre 1895, deceduto a Roma il 18 marzo 1972, agricoltore e diplomatico.

Ufficiale degli Alpini nella Prima guerra mondiale, Carandini, antifascista, durante la dittatura mussoliniana si appartò dalla vita politica e, conseguita la laurea in Giurisprudenza, si dedicò dal 1926 alla bonifica del latifondo di Torre in Pietra, in provincia di Roma, che aveva ereditato dalla sua famiglia di aristocratici emiliani. Nel 1942 è vicino a Benedetto Croce e ad altri liberali, coi quali fonda il giornale clandestino Ricostruzione. Con la caduta di Mussolini, insieme a Leone Cattani e Mario Pannunzio, ricostruisce il Partito Liberale Italiano e, durante l'occupazione tedesca, lo rappresenta nel CLN centrale. Dopo la liberazione di Roma, Carandini fu (dal 27 luglio al 25 ottobre 1944), ministro senza portafoglio nel primo Gabinetto Bonomi. Successivamente fu il primo ambasciatore italiano a Londra, incarico che mantenne fino al 1947 e durante il quale condusse con gli inglesi le trattative che portarono all'accordo De Gasperi-Gruber sull'Alto Adige. Consultore nazionale, eletto all'Assemblea Costituente, rinunciò al mandato per continuare nell'attività di diplomatico. Sostenitore del Movimento federalista europeo, leader della sinistra liberale, uscì dal PLI nel 1955, per dare vita al Partito radicale, del quale fu uno dei dirigenti. Collaboratore del settimanale Il Mondo diretto da Pannunzio, Carandini è stato dal 1948 al 1968 presidente della compagnia aerea Alitalia. Ha presieduto anche l'Istituto di Credito fondiario ed è stato tra i promotori (con lo scrittore e regista Mario Soldati), del "Centro Pannunzio" di Torino.