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Mario Mafai

Nato a Roma il 12 febbraio 1902, deceduto a Roma il 31 marzo 1965, pittore.

Terminato il Liceo artistico e, respinto dall’Accademia romana di Belle Arti, con Gino Bonichi, in arte Scipione, aveva frequentato l’Accademia francese di Villa Medici. L’incontro a Parigi con Antonietta Raphael (una pittrice lituana dalla quale avrebbe avuto tre figlie, tra cui Miriam che a Roma avrebbe preso parte attiva alla Resistenza) e l’amicizia con Scipione, avrebbero portato i tre a costituire la corrente pittorica nota come “Scuola Romana”, caratterizzata da un fermo rifiuto del fascismo e dall’opposizione alle idee dell’arte novecentista. Come ebbe a scrivere Mario De Micheli, Mafai negli anni tra il 1940 e il 1944, per sfuggire alle leggi razziali si rifugiò a Genova, dove realizzò un ciclo di piccoli quadri “capolavoro di intensa espressività lirica e satirica ad un tempo, una specie di danza macabra, di orgia sanguinaria e grottesca del fascismo, dei suoi gerarchi, dei suoi sicari”. Dopo questi interventi-testimonianza della lotta antifascista, nel dopoguerra Mafai affrontò i temi della Roma più popolare, dichiarando esplicitamente la volontà del suo impegno sociale, ma senza impegnarsi direttamente in politica, come avrebbe invece fatto la figlia Miriam.