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Isacco Nahoum

Nato a Milano il 12 settembre 1922, deceduto a Torino il 20 agosto 1990, dirigente dell'ANPI, parlamentare comunista, Medaglia d'argento al valor militare.

Rinvio a Giovanni Dolino


Di madre italiana e di padre nato in Turchia, Isacco aveva frequentato le scuole prima a Milano e poi a Viareggio. Impedito dalle Leggi razziali dal proseguire gli studi, Nahoum si era arruolato nell’esercito e, come sottufficiale del “Savoia Cavalleria”, aveva partecipato alla Seconda guerra mondiale sul fronte russo.
Rientrato in Italia con i pochi superstiti del suo reparto, all’indomani dell’8 settembre 1943 Nahoum fu tra i primi organizzatori della Resistenza nella zona di Viareggio e a Milano. Inviato in Pemonte, divenne, col nome di battaglia di “Maurizio Milan”, comandante della IV Brigata Garibaldi, con la quale partecipò alla Liberazione di Torino.
Tra le le tante azioni che gli sono valse la decorazione al valore, l’attacco nel Cuneese ad un aeroporto nazifascista, durante il quale i partigiani di “Milan” misero fuori uso ben quattordici aerei da combattimento.
Nel dopoguerra Nahoum è stato segretario dell’ANPI provinciale di Torino, dirigente del PCI in Sicilia e in Calabria, segretario della Federazione comunista di Cuneo, consigliere comunale a Bra (CN) e a Venaria Reale (TO).
Inviato dal suo partito, ha svolto importanti missioni in Congo e a Cuba; a Vienna ha rappresentato la Resistenza italiana nella FIR (Federazione Internazionale della Resistenza).
Eletto deputato nelle liste del PCI nel 1968, è stato confermato nell’incarico anche per la VI Legislatura, durante la quale ha fatto parte della Commissione Difesa di Montecitorio.
Vice presidente nazionale dell’ANPI, Nahoum ha presieduto a Torino anche l’ANPI regionale.
Nel 1954 aveva scritto per l’”Antologia della Resistenza”, edita da Feltrinelli il racconto Fuco in pianura e nel 1963 aveva realizzato, con Gianni Dolino ed Alfieri e Giovanni Canavero. il documentario Giorni di furore, girato a Torino. È stato edito nel 1981 dalle edizioni La Pietra il suo libro autobiografico Esperienze di un comandante partigiano.