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Mario Todesco

Nato a Solagna (VI) il 15 agosto 1908, ucciso a Padova il 29 giugno 1944, insegnante, Medaglia d'oro al merito civile alla memoria.

Il 25 aprile 2008, durante una solenne cerimonia all'Altare della Patria, il Presidente della Repubblica ha consegnato al corpo docente del Liceo "Tito Livio" di Padova la Medaglia d'oro al merito civile alla memoria del professor Mario Todesco. Il riconoscimento è venuto dopo che già a Padova era stata intitolata una via al valoroso insegnante e dopo che il suo nome era stato dato, nel 2004, ad una Scuola media statale. Laureatosi nel 1931 nell'Ateneo patavino, nel 1942 Todesco era tornato come insegnante nel Liceo, il "Tito Livio" appunto, nel quale aveva conseguito la maturità. In quegli anni aveva già avuto modo (con la attuazione del Regio decreto 1390, che cacciava dalla scuola italiana alunni e docenti, discriminati perché ebrei), di rafforzare le sue convinzioni antifasciste che, nel 1941, si trasformarono in impegno militante. Dopo il 25 luglio 1943 Todesco prese a collaborare strettamente con il gruppo universitario che faceva capo a Egidio Meneghetti e a Concetto Marchesi. Pur da indipendente, il professore cooperò col Partito d'Azione e col primo nucleo del CLN costituitosi a Padova. Con un suo cugino (il dottor Ludovico Todesco, detto Vico) contribuì alla costituzione della "Brigata partigiana del Grappa". Mario Todesco trasformò la sua abitazione di via Rialto in un centro di raccolta di armi, medicinali e generi di conforto, che faceva pervenire a suoi parenti di Solagna (Vicenza) e, per loro tramite, alle formazioni partigiane. Il professore riuscì pure, con la collaborazione di ferrovieri fidati, ad assicurare l'espatrio di prigionieri alleati evasi e di ebrei perseguitati dai fascisti. La sua attività fu bloccata il 29 novembre 1943. Arrestato col cugino Vico, Mario Todesco fu prima rinchiuso nel vecchio Collegio Pratense (trasformato in caserma fascista) e poi tradotto ai "Paolotti". Qua, per quattro mesi, Mario e Vico subirono minacce, umiliazioni, percosse senza che un solo nome uscisse dalla loro bocca, tanto che i fascisti dovettero scarcerarli. Liberati, mentre il cugino raggiungeva i partigiani, il professore tornò a casa sua, dove i brigatisti neri lo prelevarono di nuovo il 27 giugno 1944. Mario Todesco non fece mai ritorno. Il suo cadavere, sfigurato, fu ritrovato due giorni dopo in via Emanuele Filiberto, dove oggi una piccola lapide ne ricorda il sacrificio.