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Edmondo Puecher

Nato a Rovereto (Trento) il 18 ottobre 1873, deceduto a Trieste il 25 novembre 1954, avvocato.

Si era trasferito, giovanissimo, con la famiglia a Trieste e si era laureato in Legge all'Università di Vienna. Tra l'inizio del XX secolo e lo scoppio della Prima guerra mondiale fu, a Trieste, uno dei principali esponenti del PSI. Eletto consigliere comunale, diresse la Cassa distrettuale di malattia e, il 30 ottobre 1918, fu designato vice presidente del Comitato di salute pubblica, creato nel periodo di transizione fino all'arrivo delle truppe italiane. Leader della corrente riformista del PSI, dopo l'avvento del fascismo, Puecher si ritirò dalla vita politica e si dedicò alla professione. Benché sorvegliato dalla polizia, non interruppe però i contatti con antifascisti e movimenti clandestini, tanto che nel luglio del 1943 fu lui a rappresentare il PSIUP nel Comitato dei partiti antifascisti sorto a Trieste e che, dopo l'armistizio, si trasformò in CLN. Arrestato dalle SS il 17 dicembre 1943 con altri membri del CLN, il mese successivo Puecher fu deportato a Dachau. Sopravvissuto alla durissima prova, al suo ritorno a Trieste, su designazione unanime dei partiti antifascisti, fu nominato presidente della Zona (massima carica civile durante il governo anglo-americano dell'epoca). Logorato dalle sofferenze patite nel lager, nel 1947 Edmondo Puecher dovette ritirarsi, per ragioni di salute, da ogni attività. A questo suo illustre cittadino, il comune di Trieste ha intitolato una piazza.