"No al piano di pulizia etnica di Gaza, di concentramento ed espulsione dei palestinesi, di annessione della loro terra!"
No al piano di pulizia etnica di Gaza,
di concentramento ed espulsione dei palestinesi,
di annessione della loro terra!
Questo piano, approvato nella notte tra domenica e lunedì dal parlamento israeliano, attenderebbe per il suo dispiegamento solo la visita di Trump in Medio Oriente dal 13 al 16 maggio ed interviene in una drammatica catastrofe umanitaria che già minaccia la vita di centinaia di migliaia di persone.
Dal 2 marzo scorso infatti, mentre minaccia la Siria, il Libano, lo Yemen e l'Iran, il governo israeliano ha completamente bloccato l'ingresso degli aiuti umanitari a Gaza, alle cui porte attendono oltre tremila tir con medicinali, alimentari ed acqua. Usare la fame e la sete come armi di guerra non solo è una violazione del diritto internazionale, ma rappresenta una politica di sterminio della popolazione civile. Intanto prosegue la violenza omicida e le espropriazioni dei coloni in Cisgiordania spalleggiati dall'esercito.
Il governo italiano non può più tacere e proseguire nella propria complicità con il governo di Israele, al quale continua a fornire armi, col quale continua a collaborare economicamente nonostante la violazione dei diritti umani fondamentali, col quale ha un accordo per la sottrazione del gas palestinese al largo di Gaza, al quale non ha applicato alcuna pur minima sanzione. Il governo italiano non ha votato negli organismi internazionali il cessate il fuoco.
FERMARE LE STRAGI! FERMARE L’AGGRESSIONE!
L’unica soluzione è il riconoscimento dell’autodeterminazione
del popolo palestinese, per due popoli in due Stati.
IL GOVERNO CONVOCHI IMMEDIATAMENTE L'AMBASCIATORE ISRAELIANO PER
il blocco di ogni piano di annessione
il blocco di ogni collaborazione militare e commerciale
la riapertura del valico di Rafah agli aiuti umanitari
il ritiro dai territori occupati
il rispetto delle decisioni della Corte Penale Internazionale
e della Corte Internazionale di Giustizia.
PER LO STATO LIBERO DI PALESTINA