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Museo Cervi

Il Museo Cervi di Gattatico (Reggio Emilia) è un'ampia struttura colonica che sorge sui Campi Rossi, un podere di circa 16 ettari collocato nel mezzo della Pianura Padana, a pochi chilometri dalla via Emilia, a metà fra le città di Parma e Reggio Emilia. È un museo della Resistenza e della storia del movimento contadino, allestito nella casa dove i Cervi arrivarono nel 1934. L'idea di un museo della Resistenza e della storia del movimento contadino era già presente negli anni '60 quando Alcide Cervi, padre dei sette fratelli fucilati dai fascisti per rappresaglia all'alba del 28 dicembre 1943, decideva di donare al Comune di Gattatico e alla Provincia di Reggio Emilia la raccolta dei ricordi e delle testimonianze del sacrificio dei suoi figli.

I Cervi erano una numerosa famiglia di contadini-mezzadri originari della bassa reggiana. Oltre al padre Alcide e alla mamma Genoveffa Cocconi, c'erano i sette figli maschi (Gelindo, Antenore, Aldo, Agostino, Ferdinando, Ovidio, Ettore) e due figlie femmine, Diomira e Caterina. Le figlie femmine vanno spose non appena giunte ai Campi Rossi, e come era abitudine delle famiglie contadine, escono di casa per entrare nelle famiglie dei rispettivi sposi. Poverissimi, i Cervi sono però animati da un forte impulso al miglioramento e al riscatto sociale. Come mezzadri non avevano fissa dimora (il contratto di mezzadria, assai sfavorevole ai contadini, imponeva di cambiare podere ogni anno: il trasloco avveniva a novembre, il giorno di San Martino). Appreso che il podere di Campi Rossi è in affitto per pochissima spesa, decidono di affittarlo e di trasferirvisi. Da allora saranno per tutti dei "matti", delle "teste calde" perché i Campi Rossi erano di fatto impraticabili. Una sfida, dunque, poter vivere e lavorare in quelle condizioni, che i Cervi vincono perché nel giro di pochissimo tempo rendono il podere un modello di agricoltura razionale. Livellano la terra e introducono nuove tecniche per la coltivazione e la rotazione delle colture. Nel 1939 acquistano un trattore, il primo della zona.

Sul piano ideologico, i Cervi sono profondamente antifascisti e prendono da subito le distanze dal regime. Alla fine degli anni '20 Aldo viene imprigionato nel carcere di Gaeta per tre anni. Sono anni formativi, poiché legge di politica: Gramsci e Marx soprattutto. Rientrato, estende questa esperienza a tutti gli altri fratelli e presto allestisce una biblioteca circolante con i libri che erano proibiti dal regime fascista. Quando le restrizioni alla libertà di azione e di parola si fanno più violente i Cervi iniziano l'azione di opposizione con atti di sabotaggio agli ammassi imposti dal regime, alle linee dell'alta tensione che alimentavano le fabbriche Reggiane dove si producevano le armi belliche. Fanno volantinaggio, distribuiscono clandestinamente l'Unità, vanno di casa in casa a commentarla. La loro diventa una casa di latitanza, dove si fanno riunioni clandestine e si organizza l'opposizione al regime. Organizzano attentati contro presidi fascisti della zona da cui ricavano cibo e armi, utili per ospitare nella loro casa i numerosi renitenti alla leva che rifiutano di prendere le armi dopo l'8 settembre 1943 e la proclamazione della Repubblica di Salò, e per sostenere i numerosi alleati che si erano dispersi. Moltissimi antifascisti passeranno e sosteranno nella loro casa. Casa Cervi viene messa a ferro e fuoco dai fascisti la notte fra il 24 e il 25 novembre 1943. I sette fratelli, il padre, Quarto Camurri, catturati, verranno portati al carcere dei Servi di Reggio Emilia. Tutti gli stranieri, che in quella notte ospitavano in casa, verranno invece trasferiti alle carceri di Parma. I sette fratelli Cervi verranno fucilati senza processo all'alba del 28 dicembre 1943, al Poligono di tiro di Reggio Emilia, insieme a Quarto Camurri. Il più vecchio Gelindo ha 42 anni, il più giovane Ettore 22 anni. L'azione dei fascisti è un'azione di rappresaglia: i Cervi vengono infatti accusati di aver complottato per l'uccisione del segretario fascista di Bagnolo in Piano (Reggio Emilia). Il padre viene risparmiato, e tramandando la memoria rende possibile il recupero delle testimonianze della civiltà contadina e delle vicende storiche che costituiscono il primo nucleo del museo.

Il museo negli anni si organizza, e intraprende attività didattiche espositive e di ricerca. È aperto tutto l'anno e offre visite guidate gratuite per scuole e gruppi, su prenotazione. È dotato di un bookshop, di una biblioteca, di una videoteca. Al museo sono anche reperibili e consultabili testi di approfondimento sulle tematiche della guerra, della Resistenza, della famiglia Cervi, insieme agli annali che l'Istituto Cervi pubblica dal 1979.
Il Museo Cervi è gestito dall'Istituto Alcide Cervi. Al progetto e al nuovo allestimento, finanziato dal Ministero per i Beni Culturali, è affidato di tramandare al secolo e al millennio che si aprono i valori che hanno ispirato la grande stagione della Resistenza, con la ferma consapevolezza che quanto di passione, di idee, di azioni e di eroismo si è compiuto nella casa-simbolo dei fratelli Cervi, costituisce un patrimonio ideale e culturale irrinunciabile per la formazione di una coscienza individuale e collettiva improntata alla democrazia, alla libertà, alla tolleranza, al progresso.

Orari

È aperto ai visitatori, tutto l'anno dal martedì alla domenica.

Chiuso tutti i lunedì non festivi, 24, 25, 31 dicembre e 1 gennaio.

Prenotazione obbligatoria per gruppi e scuole

Marzo - Ottobre, Martedì, Mercoledì e Giovedì: 09.00 - 13.00. Venerdì, Sabato e Domenica: 10.00 - 13.00 e ore 15.00 - 19.00

Novembre - Febbraio: Martedì, Mercoledì, Giovedì e Venerdì ore 10.00 - 12.30. Sabato e Domenica ore 10.00 - 12.30 e ore 15.00 - 18.00

Prezzi

Ingresso € 3,00

0522 - 477491
0522 - 678356

Museo Cervi

Museo Cervi
Museo Cervi<br/>Via Fratelli Cervi, 9 <br/>42043 Gattatico (RE)