Ultimo scritto - Carlo Capece
Luigi Borgomaneri. Franco Angeli (1995), pag.490
Di Dario Venegoni
Carlo Capece era nato a Turbigo (MI) il 30 ottobre 1909, ed è morto a Milano il 10 agosto 1977. Sua moglie, Silvia Codognotto, (che era nata a San Donà di Piave, in provincia di Venezia, il 17 novembre 1913) è deceduta a Milano il 29 maggio 2001. Per 24 anni ha custodito le carte del marito, senza fare parola con nessuno del documento autografo di Benito Mussolini (che forse addirittura non sapeva di avere in casa).
Di Carlo Capece in realtà sappiamo poco. Di certo prima della guerra aveva lavorato in banca, come ragioniere. Poi era andato sotto le armi, e nel '45 aveva il grado di capitano. Nel dopoguerra ha lavorato per moltissimi anni come amministratore dei beni di una blasonata famiglia milanese.
Ignoriamo per quali vie Capece sia entrato in contatto con il Comando del Corpo Volontari della Libertà, ma di certo era a stretto contatto con il massimo vertice militare della Resistenza italiana nei giorni della Liberazione. Qualcuno lo ricorda addetto alle finanze: in giorni in cui tutta l'organizzazione statale della RSI stava crollando il Comando della Resistenza regolava i suoi conti quasi esclusivamente per contanti, e Capece era uno degli uomini che si occupava di questi aspetti amministrativi. Si spiega anche così il lasciapassare del 26 aprile 1945 trovato dagli eredi tra le sue carte private: un lasciapassare siglato personalmente da Cadorna ma rilasciato su istanza di Mattei. Vi è espressamente specificato che Capece "è autorizzato a circolare durante il coprifuoco ed armato", circostanza giustificata, appunto, dai delicati compiti finanziari che a Capece erano affidati in quei giorni.
Nel dopoguerra Capece continuò per diversi mesi a collaborare con il Comando del CVL che si era insediato a Milano e con l'Ufficio Stralcio per il riconoscimento della qualifica di partigiano che aveva sede nello stesso isolato e condivideva il cortile con la sede del Comando del CVL. Numerosi documenti ritrovati tra le carte di Capece testimoniano di questa frequentazione: il "Brevetto di partigiano" e il "Certificato al patriota" a lui rilasciati sono controfirmati dai massimi esponenti della Resistenza.
Non possediamo prove certe che indichino con esattezza le circostanze che hanno portato Carlo Capece ad entrare in possesso del biglietto scritto da Mussolini il 27 aprile 1945. Tra le sue carte, gli eredi hanno trovato proprio a fianco della busta con il biglietto di Mussolini una busta più grande, recante come mittente Mario Argenton, uno dei sei componenti il Comando del CVL, e arrivata a Capece - stando al timbro postale - alla fine del marzo 1972, cinque anni prima della scomparsa del destinatario. Il quale non fece mai parola con nessuno dei familiari o degli amici di questo documento.