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Pagliarulo su La Stampa: "Le frasi di La Russa sul 25 aprile non sono all'altezza del suo ruolo"

Gianfranco Pagliarulo, presidente dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia (Anpi), il presidente del Senato Ignazio La Russa non sfilerà mai nei cortei che organizzate per il 25 aprile. Non rispettano lo spirito della Festa della Liberazione, sostiene.

«Ho letto l'intervista e sono rimasto sorpreso da questa e anche da altre affermazioni, in realtà».

Da quali?

«Il presidente del Senato parla delle tesi di Fiuggi del 1995 dove si riconosceva il valore della lotta per la libertà con l'eccezione della parte comunista che non lottava per la libertà e per la democrazia. Ma la Costituzione fu scritta da liberali, socialisti, socialdemocratici, democristiani e comunisti. E comunisti e socialisti ebbero un ruolo fondamentale nella Resistenza, lottando proprio per la libertà e la democrazia».

E poi?

«Il presidente del Senato parla del 25 aprile sottolineando il carattere di festa della libertà e della democrazia. Non è altro che un alibi per non parlare della liberazione dal nazifascismo. E che si tratti di una Festa della Liberazione, e non soltanto di una festa della libertà e della democrazia, non lo dico io, ma il decreto luogotenenziale del 22 aprile del 1946 che fissa nella data del 25 aprile "la celebrazione della totale liberazione del territorio italiano". La stessa formula viene ripetuta tre anni dopo dalla legge che definisce le date delle feste nazionali».

Perché è così importante sottolineare che si tratta di una Festa della Liberazione e non solo della libertà?

«Liberazione è il non detto della festa della libertà. Il 25 aprile è la Festa della Liberazione dal nazifascismo e mi piacerebbe sentirlo dalle parole della seconda carica dello Stato».

Parliamo dell'attacco alle manifestazioni dell'Anpi.

«Il presidente del Senato dice di non voler partecipare a manifestazioni di una certa sinistra che vuole qualcosa di diverso dalla democrazia. In realtà non mi risulta che esista una sinistra antidemocratica. Ci possono essere comportamenti sbagliati da parte di singoli, ma questo non vuol dire che esista una distinzione tra sinistra democratica e sinistra antidemocratica. La sua è una dichiarazione non all'altezza dell'incarico che ricopre di presidente del Senato».

Anche Gianfranco Fini ieri ha attaccato l'Anpi.

«Un vero scivolone. Fa un incomprensibile collegamento tra Anpi e Br. Dimentica che noi siamo stati in prima fila contro il terrorismo e contro lo stragismo dei fascisti. Farebbe meglio a guardare in quella che era casa sua, la destra fascista italiana da cui provengono lui e il presidente del Senato».

Vi preoccupano questi attacchi?

«Non siamo allarmati ma abbiamo elementi di preoccupazione che arrivano da alcuni elementi come la genesi del governo, alcune dichiarazioni del presidente del Consiglio e alcuni episodi che stanno avvenendo in questi giorni. Anche ieri ci sono state manifestazioni a Predappio, ma l'apologia di fascismo è un reato, perché la legge non viene applicata? Vedremo quello che accadrà nelle prossime settimane. Il presidente del Senato, comunque, può esserne certo: noi in quanto cittadini, rispettiamo il suo ruolo. Ci auguriamo che, però, il primo a rispettare quel ruolo sia lui». —

(Intervista a cura di Flavia Amabile - La Stampa, 31 ottobre 2022)