Salta al contenuto principale

PAGLIARULO ALL' ANSA: "NON E’ VERO CIO’ CHE AFFERMA LA MELONI. L’ELEZIONE DIRETTA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO TOGLIE POTERE AL CAPO DELLO STATO E STRAVOLGE LA COSTITUZIONE"

Ma come si fa a dire, come ha fatto la Meloni, che “l’elezione diretta del capo del governo non significa togliere potere al capo dello Stato”? Se il presidente del consiglio viene eletto a suffragio universale per 5 anni, come prevede la riforma, è ovvio che la sua nomina da parte del Presidente della Repubblica diventa un fatto dovuto, un atto notarile, difformemente da quanto previsto dell’attuale art. 92 della Costituzione. Inoltre l’art 88 della Costituzione prevede che il Presidente della Repubblica possa, “sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse”. Con la riforma invece, se per due volte il governo non riceve la fiducia delle Camere, “il Presidente della Repubblica procede allo scioglimento delle Camere”, il che vuol dire che non è un più un potere ma un dovere. Di conseguenza la riforma, piaccia o meno alla presidente del consiglio, toglie due poteri fondamentali al Presidente della Repubblica. Non solo: la riforma prevede di mettere in Costituzione il principio maggioritario per la legge elettorale, per cui la lista che vince – mettiamo – col 36% dei voti, si becca il 55% dei seggi. Elezione diretta del presidente del consiglio e maggioritario in Costituzione vogliono dire che il parlamento non conterà più e che le opposizioni avranno un peso insignificante. In realtà l’introduzione del cosiddetto premierato cambia la natura stessa della Costituzione, trasformando la democrazia parlamentare in democrazia di investitura, come esplicitamente affermato nella relazione di presentazione della legge. Il suo abbinamento con l’autonomia differenziata in base al progetto Calderoli, che conferisce diritti diversi a seconda delle regioni, darà vita a un mostro istituzionale, un Frankenstein tendenzialmente autoritario, che accentuerà le distanze fra regioni ricche e regioni povere, con tanti saluti al principio di eguaglianza.

Gianfranco Pagliarulo