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"VIVA LA REPUBBLICA ANTIFASCISTA!": l'intervento del Presidente nazionale ANPI dal palco del 25 aprile a Milano

Trent’anni fa. Era il 1994. Cominciava il tempo di Berlusconi. Ci fu qui a Milano un altro grandissimo 25 aprile. Come questo. Ma c’era una differenza: nel 1994 pioveva. Oggi c’è il sole, come avevano augurato nell’appello uscito qualche settimana fa gli amici del Manifesto.
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Costituzione, articolo 21. Ebbene, con la censura ad Antonio Scurati la Costituzione è stata tradita. Scurati ha ricordato che quest’anno è il centesimo anniversario dell’assassinio di Giacomo Matteotti e l’ottantesimo anniversario delle stragi nazifasciste, Marzabotto, Fosse Ardeatine, Sant’Anna di Stazzema. Aggiungo i grandi scioperi del marzo del ’44 e la liberazione di tante città, fra cui Roma, la Capitale. Ne parlerà la Rai, che mi risulta essere un servizio pubblico? 
Ringraziamo ancora Antonio Scurati per le sue straordinarie parole. E ringraziamo la coraggiosa giornalista Serena Bortone, che ha letto in diretta su Rai 3 il testo di Scurati. 
Ma quest’anno è anche un altro anniversario: sono cinquant’anni dalla strage di Brescia, in piazza della Loggia, il 28 maggio 1974, e dalla strage del treno Italicus, nella notte fra e il 3 e il 4 agosto. Stragi fasciste, come piazza Fontana e Bologna.  Non abbiamo dimenticato! 
Oggi ci sono le querele contro intellettuali e giornalisti: dai professori Luciano Canfora, Tomaso Montanari, Donatella Di Cesare, Davide Conti fino al giornale Domani, solo per citarne alcune. Tutte per diffamazione. Chi querela? La Presidente del Consiglio, il ministro Lollobrigida, la sottosegretaria Isabella Rauti. La forza del potere contro chi non ha alcun potere. 
C’è l’assenza di qualsiasi seria iniziativa del governo per far tornare in Italia per un giusto processo da un Paese, l’Ungheria, in cui non vige lo stato di diritto, una cittadina italiana: Ilaria Salis. 
Tutto questo avviene oggi, a Costituzione del 1948 vigente. 
Figuriamoci cosa succederebbe se, poniamo il caso, con una legge di riforma costituzionale ci fosse un uomo solo, o una donna sola, al comando! 
Milano. In questa città il 10 agosto di ottant’anni fa a piazzale Loreto venivano fucilati dalla legione Muti della Repubblica sociale quindici partigiani e i loro cadaveri oltraggiati. Qui ha combattuto Giovanni Pesce, il leggendario comandante Visone. Di Milano era la sua compagna partigiana Onorina Brambilla, la gappista Sandra. A Milano il 24 febbraio 1945 in piazzale Baracca fu assassinato dalle Brigate Nere il giovane Eugenio Curiel. 
A Milano nel 1926 Carlo Rosselli fondò con Pietro Nenni la rivista Quarto Stato.  Molti anni dopo il giovanissimo artista Ernesto Treccani dava vita a una rivista culturale antifascista che in seguito si chiamò Corrente. 
Qui il 25 aprile 1945 dai microfoni di Radio Milano Libera Sandro Pertini proclamava lo sciopero generale contro l'occupazione tedesca e contro la guerra fascista.
Ecco il 25 aprile, data simbolica della vittoriosa lotta unitaria per la liberazione del Paese dal nazifascismo. Ed ecco perché è una festa, una grande festa in cui si ritrova unita l’intera comunità democratica. È il giorno in cui ringraziamo e abbracciamo le nostre partigiane e i nostri partigiani. Per questo oggi qui a Milano e in tutte le piazze d’Italia gridiamo: viva la Repubblica antifascista! 
Una parte del governo non si riconosce in questa data, e alcuni affermano che il 25 aprile è divisivo, che l’antifascismo è divisivo. Ebbene, hanno ragione. L’antifascismo e il 25 aprile dividono chi sostiene la Repubblica e la Costituzione da chi opera contro la Repubblica e la Costituzione. Non nascondiamoci dietro un dito: se si consegna tutto il potere a una sola persona e, se si frantuma l’Italia in tante Regioni concorrenti, salta la Costituzione del 1948, fondata sulla democrazia parlamentare e sulla partecipazione popolare, e si lacera la natura una e indivisibile della Repubblica. 
Dunque questa Costituzione la dobbiamo difendere. La dobbiamo difendere dagli attacchi alle donne. Pochi giorni fa hanno approvato l’emendamento che consente alle associazioni antiabortiste di accedere ai consultori, contro il diritto delle donne all’autodeterminazione. La legge 194 non si tocca! L’Italia non è e non sarà mai la Polonia di Kaczynski! 
La dobbiamo difendere questa Costituzione dallo smantellamento della sanità e della scuola pubblica. La dobbiamo difendere da chi attenta al diritto di sciopero. La dobbiamo difendere davanti alle quotidiane morti sul lavoro, che sono uno sfregio al valore della vita umana e una vergognosa violazione della Costituzione. La dobbiamo difendere da chi sta riscrivendo la storia equiparando Resistenza e repubblica di Salò, fascisti e antifascisti, carnefici e vittime, per cui tutti colpevoli, nessun colpevole. 
La dobbiamo difendere questa Costituzione, in particolare oggi, davanti alla follia della guerra, che sta contagiando con un effetto domino mezzo mondo. Come una reazione a catena, esattamente la stessa reazione delle armi nucleari. Nel silenzio dei media stanno smantellando la legge 185, tramite cui si controlla e si rende trasparente l’esportazione di armi italiane, mentre aumentano enormemente le spese militari nel Paese che conta più di 120 basi NATO o americane e in cui sono stoccate da 70 a 100 bombe atomiche. Attenzione: siamo davanti a un gigantesco riarmo mondiale, come prima di entrambe le guerre mondiali. Nessuno voleva la prima guerra mondiale. Ma avvenne. 
Il 15 marzo il Presidente Mattarella ha affermato: “far cessare, ovunque, il fuoco delle armi, riaprire una speranza di pace, di ripristino del diritto violato, della dignità riconosciuta a ogni comunità”. Il 24 marzo il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione per il cessate il fuoco temporaneo a Gaza. Netanyahu se ne è totalmente fregato, mentre si scoprono fosse comuni con centinaia di cadaveri. Si promuova un’inchiesta credibile e indipendente, come invocato dalle Nazioni Unite! Ma allora: è troppo continuare a chiedere il cessate il fuoco ovunque? 
Netanyahu è il responsabile dell’inaudito sterminio dei palestinesi. Non bastano 35mila morti, bambini, donne, giornalisti, medici, operatori dell’ONU? Se Netanyahu attacca in forze Rafah dove è stipato più di un milione di palestinesi affamati e in fuga, può avvenire un massacro di dimensioni inaudite. Ha scritto nel 2022 il poeta palestinese Mosab Abu Toha “A Gaza, tentare di sopravvivere un giorno ancora, è riemergere dai morti”. Pensate, nel 2022!
Ed è troppo chiedere ad Hamas di liberare gli ostaggi? Perché, vedete, forse qualcuno non lo ha ancora capito, ma non abbiamo affatto dimenticato l’orrenda carneficina del 7 ottobre, né il rapimento di centinaia di israeliani. 
Tutti – tranne Netanyahu – auspicano due popoli in due Stati. Ma allora, per dare un segnale concreto e non a chiacchiere, cosa aspetta il governo italiano per riconoscere lo Stato di Palestina? 
“Chiediamo l'avvio di un negoziato di pace tra israeliani e palestinesi, da troppo tempo interrotto, basato sul reciproco riconoscimento del diritto dei due popoli all’autodeterminazione e sulla fine dell'occupazione della Cisgiordania da parte di Israele”: così recita un coraggioso appello di un gruppo di intellettuali ebrei che condividiamo  e sosteniamo totalmente. 
Cessate il fuoco ovunque!
È troppo chiedere a Putin di finirla con i bombardamenti sull’Ucraina, di cessare un’invasione che ha causato ben più di centomila morti? È troppo chiedere a Russia e Ucraina di avviare la strada del negoziato? È troppo chiedere all’Unione Europea, a due anni dall’invasione russa dell’Ucraina, di pronunciare finalmente e per la prima volta le parole Diplomazia e Pace?
E, attenzione: con la guerra crescono i mostri, un razzismo relativamente nuovo, l’islamofobia, e un razzismo secolare, l’antisemitismo, che ha portato alla più grande catastrofe del 900. Perché, come ha scritto Primo Levi, ciò che è accaduto può ritornare. Ma, attenzione: non confondiamo l’orribile razzismo antisemita con le legittime critiche al governo israeliano!
Basta parlare di guerra, come se fosse una cosa normale, accettabile, forse opportuna, addirittura giusta! E basta arzigogolare, cercando di capovolgerne il senso, sull’articolo 11 della Costituzione, in cui si ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali! 
Difendere la Costituzione vuol dire impedire che venga manomessa, ma vuol dire anche impegnarsi per attuarla, sapendo che la Costituzione disegna un Paese che non c’è ancora pienamente, in cui davvero si rimuovano gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini. E mai come oggi, nel nuovo secolo, l’Italia è stata così diseguale! 
Diciamolo: nel nostro tempo tanti italiani si sentono soffocati dall’idea di un futuro minaccioso, che vuol dire guerra, mancanza di lavoro, difficoltà di sbarcare il lunario. C’è solitudine sociale, c’è paura. Penso che tutte e tutti noi, uniti, noi, il popolo della Costituzione, le forze democratiche, dobbiamo proporre una visione di futuro fatto di cose concrete, di miglioramenti reali delle condizioni di vita dei ragazzi, delle donne, della gente che lavora, e fatto anche di quei valori per cui in tanti hanno combattuto nei venti mesi della Resistenza, che avvenne – ha scritto Calamandrei – grazie a coloro che “si adunarono per dignità e non per odio, decisi a riscattare la vergogna e il terrore del mondo”. 
E così noi celebriamo e festeggiamo questo straordinario 25 aprile. Pensando alla memoria dei venti mesi di Resistenza e alla fine dell’occupazione tedesca, del fascismo storico e del conflitto in Italia. Così si ponevano le basi dell’Italia democratica che si fonda sul lavoro e che ripudia la guerra. Vedete, la lotta partigiana sembrava ad alcuni senza speranza, perché contrastava il più forte esercito del mondo e in quel fatidico 1944 gli Alleati tardavano a risalire la penisola. Eppure il 25 aprile del 45 i partigiani hanno vinto. Si può sempre vincere se si è uniti, solidali, responsabili, coraggiosi. Si può sempre vincere se restiamo umani. Allora come oggi siamo in piazza. Contro fascismi, autoritarismi, razzismi. Contro la guerra. Per dignità, non per odio.
Viva la Repubblica antifascista! Viva l’Europa antifascista! Viva il 25 aprile! Viva la Resistenza! Viva la Costituzione! Viva la nostra bellissima Italia!

Gianfranco Pagliarulo

Milano - 25 aprile 2024