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Armadio della vergogna: desecretate 13mila pagine di documenti sulle stragi nazifasciste

È dei giorni scorsi la notizia che l'archivio storico della Camera dei Deputati ha aperto una nuova stagione rendendo disponibili tutti i documenti su cui ha lavorato la Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause dell'occultamento di centinaia di fascicoli relativi a crimini nazifascisti (il cosiddetto “armadio della vergogna”). La notizia, certamente positiva, è stata accolta con soddisfazione, interesse e speranza (v. apparso su La Repubblica del 17 febbraio a p. 46). Non c'è dubbio che la possibilità di accedere a migliaia di pagine di atti e documenti relativi alle stragi in questione, sia da accogliere con favore, anche se i ricercatori e gli storici dovranno poi verificare se è veramente completo, se Ministeri e Servizi hanno davvero, a suo tempo, consegnatotutto ciò di cui disponevano, e così via. E'altrettanto indubbio che
il problema è ancora più ampio, per la semplice ragione che sulle due relazioni della predetta Commissione d'inchiesta, depositate nel febbraio 2006, non c'è mai stata, in
Parlamento, nessuna discussione, nonostante molteplici tentativi di alcuni parlamentari, sollecitati e sostenuti anche da parte dell'ANPI, di fare chiarezzaed ottenere una vera assunzione di responsabilità da parte dello Stato italiano.
Questi problemi ho sollevato, ritenendoli di pubblico interesse (come sono in realtà), inviando una lettera al Direttore di Repubblica, il 18 febbraio, con alcune informazioni e considerazioni sul tema. La lettera non è stata pubblicata e non posso sapere se mai lo sarà, visto che non ho ricevuto alcuna comunicazione in proposito. La trascrivo dunque, testualmente, per renderla intanto nota ai lettori della News e sempre nella speranza che essa possa essere conosciuta da un più ampio numerodi lettori, sia per doverosità di informazione, sia perché si tratta di un problema politico di particolare rilievo, sul quale è doveroso insistere, alla ricerca della verità storica, almeno di quella che è possibile acquisire in una materia così delicata. Ecco la lettera:

Gentile Direttore,
ho notevolmente apprezzato il bell'articolo di Simonetta Fiori e Concetto Secchio (“Ecco i segreti nascosti nell'armadio della vergogna” – La Repubblica del 17 febbraio 2016, pp. 46-47), così come ho molto apprezzato l'impegno della Presidente della Camera dei Deputati, che ha condotto all'apertura ed alla messa a disposizione di storici e ricercatori, dell'immenso materiale su cui ha lavorato, per tre anni, la Commissione parlamentare d'inchiesta sulle “cause dell'occultamento dei fascicoli”, concludendo i suoi lavori nel 2006. L'articolo mette in evidenza le ragioni “politiche” di certi silenzi sulle stragi durati anni, e gli sforzi, compiuti da non pochi, per avvalorare la tesi di un “fascismo mite” con la conseguenza di far passare sotto silenzio le responsabilità dell'Italia.Tuttavia la prego di consentirmi di aggiungere qualcosa di più. In realtà, alcuni singolari silenzi non sono ancora cessati; e non può essere considerato privo di rilievo il fatto che le due relazioni (di maggioranza e di minoranza) con cui la predetta Commissione bicamerale concluse i suoi lavori nel febbraio 2006, non sono mai state discusse nell'aula del Parlamento. Ci sono diverse interpellanze parlamentari (una, in particolare, sottoscritta praticamente da esponenti di tutti i gruppi) che giacciono da mesi in Parlamento senza che si trovi uno spazio per calendarizzarle ed avviare un'ampia, approfondita e serena discussione. Le ragioni di questi silenzi mi sfuggono, perché ormai quelle indicate nell'articolo (e in particolare l'esigenza di mantenere buoni rapporti con la Germania) sono venute meno, mentre la tesi del “fascismo mite”, è stata smentita da studi e pubblicazioni di grande valore. Sarebbe dunque l'ora di una discussione seria su ciò che è avvenuto in quei lontani anni e sulle responsabilità anche “politiche” di quanto accaduto (e sta tuttora accadendo). Per di più, questa situazione di stasi è paradossale, visto che sul tema delle stragi stiamo non solo discutendo, ma collaborando con la Germania (col “noi” intendo riferirmi all'ANPI nazionale ed all'INSMLI) ed anzi abbiamo ottenuto che la Repubblica federale di Germania finanziasse il progetto, da noi predisposto per un completo ed esauriente “Atlante delle stragi” compiute da militari tedeschi e spesso anche da reparti fascisti della Repubblicadi Salò. Quel progetto è ormai prossimo al completamento. Nei prossimi mesi verranno presentati i risultati in una sala della Farnesina, d'intesa con l'Ambasciata tedesca a Roma; in autunno si terrà un grande convegno internazionale proprio su questo lavoro. È paradossale che mentre questo accade, alla ricerca almeno di una verità storica “comune”, il Parlamento – da dieci anni – non trovi il modo ed il tempo per una discussione sulle cause e sulle responsabilità anche del nostro Paese. La ringrazio per la pubblicazione, in cui confido, per completezza e chiarezza d'informazione, e dunque nell'interesse della collettività. Con i più cordiali saluti,

Prof. Carlo Smuraglia - Presidente nazionale ANPI

È opportuno, peraltro, cogliere l'occasione per una altrettanto doverosa riflessione sulle stragi del dopoguerra, di cui è ormai comunemente riconosciuta la matrice fascista, spesso intrecciata con l'azione e gli intenti di una parte “deviata” dei Servizi di Stato e talvolta delle stesse Istituzioni. Diverse Associazioni, che rappresentano i famigliari delle vittime di alcune stragi (in particolare, di quelle di Brescia, Ustica, Italicus, “Rapido 904”, presenti ad una conferenza stampa tenuta alla Camera) hanno sollevato il problema della carenza di effettiva disponibilità di tutta la documentazione attinente alle stragi in questione. La Direttiva del Presidente del Consiglio, del 2014, autorizzava la pubblicazione di tutti i documenti sulle stragi commesse negli anni della “strategia della tensione” ed aveva suscitato interesse e speranza. Ma -
sostengono le predette Associazioni - bisogna riconoscere che non c'è stata e
non c'è ancora una totale disponibilità di accesso a tutti gli atti, e denunciano di trovarsi spesso davanti ad un muro di gomma a fronte di Ministeri e Servizi che non forniscono tutti i documenti di cui dispongono. Non mi soffermo su tutti gli altri particolari su cui insistono le Associazioni nel loro cahier de doleances e non ho strumenti per accertare come stiano realmente le cose e se davvero la direttiva del 2014 sia stata e sia disattesa. Devo dire, però, che capisco l'impazienza e l'ansia delle Associazioni e dei famigliari delle vittime di poter accedere a tutto il materiale disponibile, per accertare almeno la verità. In alcuni casi, essi hanno ottenuto giustizi
a parziale, restando oscure, spesso, le ragioni delle deviazioni e dei dirottamenti che hanno subitole indagini. È giusto, allora, che si cerchi almeno di raggiungere la verità, che è poi l'ultima ed estrema forma di giustizia che si può pretendere e che può, in qualche modo, lenire il dolore incommensurabile di chi ha subito tragedie
orribili. Uniamo, dunque, la nostra voce alla richiesta delle Associazioni dei famigliari delle vittime delle stragi, per ottenere che le Istituzioni rimuovano tutto ciò che
ostacola la completezza delle informazioni e delle notizie su quanto accaduto nel dopoguerra, così come si è detto per le stragi nazifasciste del 1943-45. La strage è un fatto tremendo, che colpisce la civiltà e l'umanità in modo irreparabile, quale che sia l'origine. Pretendere giustizia e verità non è soltanto lecito, ma è addirittura doveroso per tutti.

Carlo Smuraglia, presidente nazionale ANPI

“Armadio della vergogna”: da oggi 16 febbraio sul sito dell'Archivio storico della Camera 13mila pagine di documenti desecretati della Commissione d'inchiesta sulle stragi nazifasciste. Boldrini: “Nuovo e importante capitolo di un percorso di trasparenza.

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