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Messaggi

In un momento di crisi come quello che stiamo attraversando mi pare importante tenersi fedeli alle cose forti e sicure della nostra storia: la Costituzione e la memoria della Resistenza. Per questo mi sono iscritta all’ANPI che contiene nel suo corpo la memoria del nostro più nobile passato. Aderisco a tutte le vostre iniziative con entusiasmo.
Dacia Maraini

Sono purtroppo impossibilitata a partecipare al Congresso, sentitemi con voi con lo stesso cuore e la stessa volontà di Libertà e Giustizia che sempre ci hanno guidato. Teresa Mattei

Sono sempre vicinissimo all'ANPI e faccio quel che posso da giornalista e da ex partigiano. Giorgio Bocca

Armando Cossutta [pdf]

Don Luigi Ciotti - Libera [pdf]

Paolo Beni - Presidente Nazionale ARCI [pdf]

Pierluigi Bersani - Segretario PD [pdf]

Nichi Vendola [pdf]

Antonino Cuffaro - Presidente Partito dei Comunisti Italiani [pdf]

Piero Fassino [pdf]

Carla Cantone - Segretario Generale SPI-CGIL [pdf]

Giuseppe Giulietti Portavoce nazionale "Articolo 21" [pdf]

Francesco Berti Arnoaldi Veli - Presidente FIAP [pdf]

Guido Carli - Presidente FIVL [pdf]

Franco Siddi - Segretario Generale FNSI [pdf]

Catiuscia Marini - Presidente Regione Umbria [pdf]

Stiamo vivendo un periodo di involuzione della nostra democrazia, in cui si tende a dimenticare o calpestare i valori usciti dalla lotta contro il nazifascismo e così chiaramente espressi dalla nostra Costituzione.
Si vuole riformare la Costituzione, riformare la giustizia, ma come? Da parte di quattro servi del padrone dell’azienda Italia, che vogliono cancellare tutta quella delicata struttura di pesi e contrappesi volti a garantire imparzialità e impedire il prevalere di un potere sull’altro.
In un momento così difficile tutte le forze politiche che hanno a cuore gli interessi del Paese e dei suoi cittadini devono essere unite per combattere questo strisciante attacco alla democrazia, il cui principale scopo è mettere al sicuro dai suoi tanti processi l’imputato che guida il governo. Se egli avesse un minimo di pudore dovrebbe dare le dimissioni e affrontare i giudici, fiducioso nell’imparzialità della giustizia, ben difeso dal collegio dei suoi avvocati, invece di dedicarsi alla compra di senatori e deputati.
A tutte le forze sane nella politica, nella cultura, nel lavoro rivolgo l’appello ad essere uniti nella difesa dei valori della democrazia, nata dalla Resistenza e dal sacrificio di tante giovani vite.
Margherita Hack

È sempre più importante essere insieme e chiamarsi ANPI. Per l’Italia. Giuliano Montaldo

Carissimi amici, care compagne e cari compagni,

mi dispiace molto non poter essere qui con voi ma la mia lunga maratona teatrale, iniziata a novembre, non è ancora finita e oggi devo essere in Umbria. Ma dato che i valori morali che condividiamo, l’antifascismo e il racconto della storia italiana sono fra i contenuti dello spettacolo a cui sto lavorando, non mi sento poi così lontano da voi ed è davvero un po’come se fossi qui.

Sono stato a Torino, con il mio lavoro, tutta la settimana passata, durante i giorni dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia, da questa città particolarmente sentiti.

Essere Italiani per me ha significato sempre, non solo in questo giorni, guardare all’oggi e al domani senza mai perdere il contatto con il passato. Con la nostra Storia. Perché molti Italiani ricordano. E non sono disposti a dimenticare. Perché molti Italiani sanno che la sistematica distruzione della memoria storica del nostro Paese è stato e resta uno degli obiettivi più pervicacemente perseguiti negli ultimi decenni. Perché azzerare e annullare il valore della memoria significa poter dire e fare, oggi, tutto e il contrario di tutto. Anche per questo, oltre che per un senso di immensa gratitudine che ogni cittadino italiano dovrebbe provare verso questa Associazione, ho deciso tempo fa di iscrivermi, insieme a tante altre persone, all’ANPI.

Gli attacchi forsennati di quest’ ultimo periodo alla nostra Costituzione, alla scuola pubblica, al mondo della cultura e dell’arte, si fondano tutti, a mio avviso, sul convincimento che l’opera di demolizione della memoria sia ormai compiuta e che si possa dunque impunemente distruggere qualsiasi cosa senza eccessivi traumi.

Non è così. La maggioranza del nostro Paese, che i rozzi strateghi dei mezzi di informazione tentano maldestramente di nascondere, si sta riprendendo le piazze e le strade e sta tornando finalmente a far sentire la propria voce. E non smetterà di farla sentire. A questo, è bene che si rassegnino.

Penso spesso,in questo periodo, all’ultimo scandaloso film di Pierpaolo Pasolini, in cui si immaginava come passassero il tempo – durante la Repubblica di Salò, a tempo ormai scaduto – quattro signori, chiusi in una villa, raccontandosi barzellette e dando sfogo alle loro perversioni sessuali. E mi vengono i brividi. Perché mi chiedo come mai molti continuino a trovare quel film disturbante mentre non sono affatto disturbati da ciò a cui stanno assistendo da alcuni mesi.

Diceva Pasolini che la differenza fra il vecchio fascismo e il nuovo fascismo che si stava affermando stava nel fatto che una volta finito il ventennio le persone ritornarono grosso modo quelle di cinquanta o di cento anni prima. Perché il regime “le aveva rese dei pagliacci, dei servi, forse in parte anche convinte, ma non le aveva toccate sul serio, nel fondo dell’anima”. Fu sufficiente disfarsi di quelle divise per ritornare ad essere gli Italiani di un tempo. Il nuovo fascismo – legato alla civiltà dei consumi – si presentava invece senza divise, ma era, da un certo punto di vista, enormemente più pericoloso e pervasivo dell’altro, perché stava rubando l’anima del popolo italiano.

Ora io dico che se è vero che a molti quell’anima è stata già rubata prima che se ne potessero accorgere, mentre alcuni se la sono coscientemente venduta, è vero anche che moltissime altre persone stanno resistendo a questo scempio. E non la cederanno mai. A nessun costo. Con affetto e rinnovata gratitudine per il prezioso impegno di questa Associazione,

Fabrizio Gifuni

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