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Sutta a chi tucca

Gli altri canti del coro "Suoni e l'ANPI"

Nacque nell’inverno 1943/44 ed ebbe subito una grande diffusione in tutta la Liguria.
Le parole vennero stampate per la prima volta nel giornale “il Partigiano“, organo della Divisione, nell’Agosto 1944.

Ispirandosi ad un vecchio inno russo (“Per colline e per montagne”, oppure secondo altri al canto “Partizan”) cantato anche durante la guerra di Spagna, Giambattista Canepa (commissario politico della divisione Cichero che assunse il nome di battaglia di "Marzo"), ha scritto questi versi in dialetto genovese che ebbero grande diffusione in tutta la Liguria. Secondo la testimonianza dello stesso Canepa la canzone sarebbe stata adottata come inno dalle formazioni armate partigiane che operarono nell'entroterra ligure a partire dall'ottobre 1943 fino alla primavera del 1945 con la Liberazione dalla dittatura nazifascista. Una di quelle canzoni, tipiche del periodo della Resistenza antifascista, che si portano dentro la consapevolezza dolorosa che in un dato periodo storico, per fermare una guerra, esiste solo la possibilità di combatterla con le stesse armi.