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Il Console

Walter Orebaugh, Carol Jose, Nuova Prhomos (1994), pag.280, Euro 15,00.

Walter Orebaugh (1910-2001), diplomatico americano, in collaborazione con la giornalista Carol Jose, ha ricostruito in questo libro la sua coraggiosa odissea, vissuta con i partigiani in Umbria, dietro le linee di combattimento, durante i lunghi mesi della guerra di Liberazione.
Promosso Console nel 1941, l'anno successivo Orebaugh fu inviato a Nizza per proteggere gli interessi del suo Paese, nella Francia occupata, per promuovere il rimpatrio dei cittadini statunitensi e per dare assistenza economica ai movimenti della Resistenza francese.

Ai primi di novembre del 1942, per motivi di sicurezza, trasferisce la sede del Consolato da Nizza nel Principato di Monaco, dove però è arrestato dall'esercito italiano, nel corso di una operazione militare. Internato, prima a Gubbio, poi a Perugia, dopo l'8 settembre 1943, per non finire in mano ai tedeschi, riesce a fuggire e a unirsi ai partigiani, ottenendo un documento d'identità con il nome di Michele Franciosi. Orebaugh dà il suo aiuto, anche economico, alla Brigata San Faustino che opera nella zona di Pietralunga.

Divenuto il tramite con le forze alleate, ottiene lanci aerei di armi e di rifornimenti logistici. Partecipa, inoltre, ad azioni di guerriglia e con i partigiani riesce a smascherare una spia ungherese, infiltrata per raccogliere informazioni sul Console e sulle attività della Brigata.
Dopo una serie di operazioni che lo hanno portato a raggiungere le linee alleate, per ottenere ulteriori rifornimenti per la Brigata, nell'ottobre 1944 riapre il Consolato americano a Firenze.
L'11 dicembre 1946 riceve dalla Casa Bianca la “Medaglia della Libertà” per il servizio “meritorio nel raccogliere le informazioni militari e politiche, dietro le linee tedesche, durante la guerra del 1943”.
A supporto delle vicende ricordate, una breve storia della Brigata San Faustino.
L'area operativa della Brigata fu la zona montuosa a est della Alta Valle del Tevere, nel quadrilatero compreso tra Città di Castello, Umbertide, Gubbio e Apecchio, con al centro Pietralunga.
La Brigata, nei periodi di maggiore attività, impegnò circa 350 partigiani, organizzati in vari gruppi. Costituita nel settembre 1943, per lungo tempo si limitò ad attività di sabotaggio, attacchi agli ammassi per la distribuzione dei viveri alla popolazione, agguati contro pattuglie nazi-fasciste. Nella seconda metà di aprile 1944, la Brigata riuscì a costituire una zona liberata autonoma, incentrata a Pietralunga.

Dal 7 maggio, però, l'area controllata dalla Brigata fu sottoposta a un pesante rastrellamento, nel corso del quale furono fucilati sette ragazzi nella piazza centrale di Pietralunga; il 9 maggio a Città di Castello fu fucilato, senza processo, Venanzio Gabriotti, medaglia d'oro al Valor Militare, che dopo l'8 settembre 1943 aveva contribuito a organizzare e a tenere i contatti con i gruppi partigiani della zona. Dalla fine di maggio il territorio torna sotto il controllo della Brigata fino al passaggio del fronte, nel luglio 1944, aiutando le forze alleate nell'avanzata.
Una medaglia di bronzo al Valor Militare è stata conferita a Pietralunga, con la seguente motivazione: “…Venuto a trovarsi sulla linea del fronte, preso e ripreso nel fluttuare della lotta, da alleati e tedeschi, il Comune di Pietralunga subiva devastazioni e rappresaglie, senza mai deflettere dal patriottico atteggiamento”.