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Armando Bussi

Nato a Modena nel 1896, ucciso a Roma il 24 marzo 1944, impiegato, Medaglia d'Oro al Valor militare alla memoria.

Durante la prima guerra mondiale, Bussi era stato fatto prigioniero dagli austriaci, dopo essere stato ferito in combattimento. Deportato e rinchiuso in campo di concentramento, era riuscito a fuggire dalla prigionia e nel novembre del 1918 si trovava in Boemia, dove partecipò a quei moti rivoluzionari. Rientrato in Italia e impiegatosi nelle ferrovie, Bussi fu, per tutto il ventennio della dittatura, un attivo antifascista, militando nel Partito d'Azione. Dopo l'8 settembre 1943 fu tra i primi organizzatori delle bande partigiane del Lazio. La motivazione della massima ricompensa al valore ricorda che Armando Bussi, "pur ricoprendo incarichi di comando, partecipava personalmente a tre delle più importanti azioni di sabotaggio effettuate a Roma" e che, catturato dalla banda Koch e lungamente torturato in via Tasso, non tradì i suoi compagni. Il non più giovane impiegato fu poi ucciso con gli altri martiri alle Fosse Ardeatine.