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Edgardo Sogno Rata del Vallino

Nato a Torino il 29 dicembre 1915, deceduto a Torino il 5 agosto 2000, diplomatico, Medaglia d'oro al valor militare.

"Spinto dal generoso impulso fin dall'8 settembre 1943, si schierava contro i nazifascisti. Attraversate le linee di combattimento, sollecitava di compiere una delicata e rischiosissima missione nel territorio italiano occupato dai tedeschi. Aviolanciato nelle retrovie nemiche, sfidava ogni rischio ed in breve tempo dava vita ad una complessa organizzazione clandestina di grande importanza militare e politica. Individuato e attivamente ricercato dalla polizia nemica, moltiplicava le sue energie e la sua attività contribuendo sensibilmente al potenziamento del movimento di liberazione dell'Italia Nord Occidentale. Due volte arrestato dai nazifascisti, riusciva ad evadere ed incurante dei pericoli sempre maggiori che lo minacciavano, riprendeva con rinnovato fervore la sua audace missione. Per scopi informativi e per accompagnare influenti membri del CLNAI si portava tre volte nell'Italia liberata dopo audaci e fortunose vicissitudini. Caduto in mano nemica in drammatiche circostanze, nel generoso e disperato tentativo di salvare un influentissimo membro del Movimento di liberazione, pur conscio di essere irrevocabilmente perduto, manteneva l'abituale serenità e sopportava virilmente la prigionia ove lo colse il giorno della liberazione alla quale aveva tanto valorosamente contribuito. Italia Nord Occidentale, 8 settembre 1943 - 2 maggio 1945". Così, nel 1946, la motivazione della massima ricompensa al valore ad Edgardo Sogno. Quasi sessant'anni dopo, un consigliere di zona di Alleanza Nazionale propone al Comune di Varese (sindaco della Lega, maggioranza di centro destra), che a Sogno sia intitolata una strada della città. A colui che, durante l'occupazione nazifascista, si chiamava Franco Franchi, se non proprio una via è così intitolato uno slargo. Sulla targa lo si definisce "apostolo della libertà", trascurando che Sogno stesso ha ammesso, poco prima di morire, di aver tramato contro la Repubblica democratica nata dalla Resistenza, accusa dalla quale era stato prosciolto nel 1978. La biografia del personaggio è per molti versi illuminante. Studente universitario (conseguì, complessivamente, tre diverse lauree), all'inizio dell'aggressione fascista all'Etiopia si arruolò volontario. Il 1939 lo vede di nuovo volontario con le truppe fasciste in Spagna. Nel 1940 intraprende la carriera diplomatica. Nel novembre del 1942 è richiamato alle armi. L'armistizio dell'8 settembre lo sorprende a Torino, tenente del "Nizza Cavalleria". Decide subito di partire per il Sud e arriva a Brindisi, dove è assegnato allo stato maggiore del Governo Badoglio. Si arruola nello "Special Operation Executive" britannico e viene paracadutato nel Biellese, di dove si collega con le organizzazioni clandestine già operanti nel Piemonte, in Liguria e a Milano. Sogno costituisce la "Organizzazione Franchi", intitolata al proprio nome di battaglia. La "Franchi" fa direttamente capo, oltre che ai comandi militari del governo Badoglio, agli inglesi del SOE, che è prodigo di aviolanci per i partigiani delle sue formazioni. È il SOE ad ottenere che sia proprio Sogno a far parte della delegazione del CLN Alta Italia che, nell'inverno del '44, si recherà al Sud per incontri con il governo italiano e i comandi alleati. Nel gennaio 1945, quando Ferruccio Parri è arrestato dai tedeschi a Milano, Franco Franchi ne organizza la liberazione, col risultato di finire a sua volta in mano ai nazisti, che decidono di trasferirlo al lager di "transito" di Bolzano. Qui Sogno riacquisterà la libertà a guerra finita. Nel dopoguerra è ancora protagonista di un turbinio d'iniziative. Dopo il referendum istituzionale, propone ad Umberto II un colpo di stato con l'appoggio dei polacchi del generale Anders. Poi si accontenta di firmare un inutile ricorso in Cassazione contro i risultati del referendum che abolisce la monarchia. Torna in diplomazia e diventa un campione della "guerra fredda". Nel 1953 fonda e dirige il movimento anticomunista "Pace e Libertà" e l'omonimo organo di stampa sul quale (quando fu dallo stessoàSogno diretto) scrisse anche l'ex fascista repubblichino Giorgio Pisanò. Edgardo Sogno viene ancora impiegato in diplomazia con incarichi di rilievo in importanti Capitali e termina la carriera diplomatica come ambasciatore a Rangoon. Si dà alla politica nel Partito liberale. L'ultimo suo impegno ufficiale è quello, nel 1996, di candidato indipendente nella lista di Alleanza Nazionale nel collegio senatoriale di Cuneo. Ma non viene eletto. Scopre in qualche modo le sue carte, poco prima di morire, nel libro-intervista con Aldo Cazzullo Testamento di un anticomunista. Dalla Resistenza al "golpe bianco".