Sul quotidiano "Domani", commento del Presidente nazionale ANPI alle recenti provocazioni e aggressioni neofasciste
Fra richieste di generalità a tanti pacifici partecipanti alle manifestazioni per la Palestina e riforme che introducono nuove fattispecie di reato e aumentano le pene per fattispecie di reato già esistenti – la legge-sicurezza – passa di fatto sotto silenzio il rigurgito di violenze e provocazioni di natura neofascista particolarmente virulento durante il mese di ottobre. Brutta cosa la rimozione.
Il 3 ottobre a Roma viene aggredito un medico dell’istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani, mentre andava via dal flash mob ‘Luci per la Palestina’. Colpito alla testa, viene ricoverato al San Camillo.
Il 5 ottobre sempre a Roma, a piazza Vittorio, una trentina di squadristi aggredisce in un bar con caschi e bastoni un gruppo di persone che avevano partecipato a una manifestazione per la Palestina.
Il 18 ottobre a Cesena un cittadino italiano di origine albanese e un ragazzo marocchino sono presi a calci e pugni da un gruppo di una quarantina di appartenenti ad ambienti neo-fascisti.
Il 19 ottobre sulla strada statale 79 verso Terni, la tragedia: viene attaccato il pullman del Pistoia Basket e assassinato Raffaele Marianella, uno dei due autisti. Sono attualmente in carcere per “gravi indizi di colpevolezza" tre ultrà neofascisti.
Il 25 ottobre a Roma il giornalista Alessandro Sahebi viene aggredito a Roma in via Merulana mentre era con la sua compagna e il loro bimbo di sei mesi. Volevano che si togliesse la felpa con la scritta “azione antifascista”.
Il 26 ottobre a Genova un gruppo di squadristi armati di spranghe fa irruzione nel liceo Da Vinci occupato dagli studenti e al grido di "Viva il duce" devasta alcune aule, disegna una svastica sui muri, infrange i vetri.
Il 26 ottobre a Predappio un migliaio di nostalgici saluta romanamente davanti alla tomba di Mussolini.
Si tratta, certamente, di episodi fra di loro diversi e scollegati, ma che comunque indicano un’allarmante accelerazione di eventi di natura squadristica che, se non contrastati, potrebbero moltiplicarsi, e che di conseguenza richiedono la massima attenzione da parte delle istituzioni e delle forze democratiche. Questo è vero, a maggior ragione, considerando il delicatissimo momento che attraversa il Paese, percorso da grandi e legittime manifestazioni per la Palestina e per la pace, scosso da un crescente malessere sociale causato da un impoverimento generalizzato dei ceti bassi e medio bassi, indebolito da elementi di degrado della convivenza civile e da una più generale crisi di valori; un mix di contraddizioni che ha visto sempre, nella storia del dopoguerra, la reazione di formazioni neofasciste.
Sappiamo bene che a tutt’oggi la Presidente del Consiglio rifiuta di dichiararsi antifascista e il Presidente del Senato contesta il carattere radicalmente antifascista della Costituzione. E sappiamo bene anche quanto scarsa sia la memoria dei dirigenti apicali di Fratelli d’Italia nei confronti del filo nero della violenza fascista che ha caratterizzato gli anni della Repubblica, raggiungendo il suo culmine nella tragica stagione dello stragismo.
Ricordo che il 20 gennaio 2023 con una delegazione di rappresentanti di sindacati e di associazioni incontrammo il ministro dell’Interno Piantedosi chiedendo l’immediato sgombero di CasaPound dall’edificio illegalmente occupato in Via Napoleone III, 8 dal 26 dicembre 2003 (2003!) e, in merito all’assalto alla sede nazionale CGIL del 9 ottobre 2021, l’attuazione – seppur tardiva - del secondo comma dell’articolo 3 della legge Scelba del 1952 che recita che “nei casi straordinari di necessità e di urgenza, il Governo, sempre che ricorra taluna delle ipotesi previste nell'art. 1, adotta il provvedimento di scioglimento e di confisca dei beni mediante decreto-legge”. Nulla avvenne, E fu un presagio di disinteresse.
La recrudescenza dello squadrismo avviene dunque in un clima da un lato di indifferenza politica da parte dell’autorità di governo. Sul pullman di Pistoia c’è scappato il morto. A questo punto nessuno può più transigere. È ora che il ministro dell’Interno ci ripensi e agisca per interrompere questa allarmante sequela di violenze con gli strumenti politici che ha a disposizione. Si possono dare dei segnali chiari. Per esempio liberando finalmente la sede occupata da CasaPound. Per esempio mettendo fuori legge le organizzazioni neofasciste.
Gianfranco Pagliarulo
Presidente nazionale ANPI
