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Elio Vittorini

Nato a Siracusa il 23 luglio 1908, deceduto a Milano il 12 febbraio 1966, scrittore.

Figlio di un ferroviere, vagò col padre da una località all'altra della Sicilia. Nel 1924 emigrò in Friuli, dove si impiegò come contabile in un cantiere edile. È del 1927 l'inizio di una collaborazione con La Stampa di Torino, durata due anni e, del 1929, quella con Solaria per la quale pubblicò la raccolta di racconti Piccola borghesia. Trasferitosi a Firenze nel 1930, fece il segretario di redazione della rivista e, al contempo, il tipografo al quotidiano La Nazione, che dovette però lasciare per un'intossicazione da piombo. Imparato l'inglese, Vittorini si diede al lavoro di traduttore e, anticipando i gerarchi che si sarebbero accaniti con i collaboratori di Solaria, non rinnovò l'iscrizione al partito fascista. Sulla rivista (lo scoppio della guerra di Spagna avrebbe favorito, in Elio Vittorini, una più concreta presa di coscienza politica), uscirono, a puntate, tra il 1933 e il 1936, Il garofano rosso e Viaggio in Sardegna e, nel 1938, sulla rivista Letteratura (sempre a puntate), Conversazione in Sicilia, la cui pubblicazione in volume nel 1941, rese ancora più tesi i rapporti con il regime di Vittorini, che si era intanto trasferito a Milano per lavorarvi in diverse case editrici. Non a caso, infatti, gli fu vietata la pubblicazione della antologia Americana e l'ostracismo nei suoi confronti non finì nemmeno con la caduta di Mussolini. Arrestato nel luglio 1943 a Milano, lo scrittore fu, infatti, rinchiuso a "San Vittore" e poté uscire dal carcere soltanto dopo l'8 settembre. Protagonista attivo della Resistenza, Vittorini collaborò con grande impegno a l'Unità clandestina, che per qualche mese diresse anche nel 1945, l'anno in cui pubblicò Uomini e no, il suo romanzo di maggiore impegno civile. Sempre quell'anno, nel settembre, uscì per l'editore Einaudi Il Politecnico, le cui posizioni sul concetto di "autonomia dell'arte" portarono a un durissimo scontro con Mario Alicata e Palmiro Togliatti. Cessata la pubblicazione di Il Politecnico, Vittorini riprese la produzione narrativa. È del 1947 Il Sempione strizza l'occhio al Freius, del 1949 Le donne di Messina, del 1950 La Garibaldina. Nel 1951 Elio Vittorini si staccò dal PCI, che accusò di intolleranza ideologica, e si diede prevalentemente ad un lavoro di organizzatore culturale. Nel 1960 ha diretto la collana La Medusa, della casa editrice Mondatori. Nel 1961, in collaborazione con Italo Calvino, ha curato Il Menabò, una rivista-collana einaudiana centrata sui rapporti tra letteratura e industria. Lo scrittore è morto prematuramente, mentre lavorava per la "Einaudi" alla raccolta di saggi Nuovo Politecnico. Sulla casa milanese di viale Gorizia dove abitava lo ricorda una lapide; al suo nome sono intitolate strade e scuole a Siracusa, a Milano, a Roma e in molte altre parti d'Italia.