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Teresio Olivelli

Nato a Bellagio (Como) il 7 luglio 1916, morto a Hersbruck (Germania) il 17 gennaio 1945, laureato in Diritto amministrativo, Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria.

Luminosa figura di partigiano cattolico, Teresio Olivelli, oltre che la ricompensa militare alla memoria, ha ricevuto anche la Medaglia d'oro della Resistenza; sulla sua figura esiste una nutritissima bibliografia. Ci limitiamo a ricordare i libri più recenti: di A. Caracciolo, Teresio Olivelli, Brescia, La Scuola, 1982, di N. Fabretti, Teresio Olivelli, Ribelle per amore, Milano, Figlie di San Paolo, 1992, di A. Scurani, Teresio Olivelli, Il "Ribelle" dagli occhi puliti, Milano, San Fedele Edizioni, 1995. Olivelli aveva studiato a Mortara e a Vigevano e aveva concluso i suoi studi al Collegio Ghislieri di Pavia, del quale era diventato il più giovane rettore. Durante il regime si era impegnato nelle sue istituzioni culturali, diventando addirittura segretario dell'Istituto di Cultura fascista. Due viaggi ufficiali nella Germania hitleriana bastarono a far sorgere le prime diffidenze, ma non impedirono a Olivelli di partire volontario per il fronte russo dove si trovò, come sottotenente di complemento della Divisione "Tridentina", ad assistere agli orrori della ritirata dell'VIII Armata italiana e a dare prova di grande solidarietà con i suoi soldati. Il 9 settembre 1943 Olivelli, che con il 2° Reggimento Artiglieria Alpina è di stanza a Vipiteno, è fatto prigioniero dai tedeschi. Rinchiuso prima a Innsbruck e poi in altri campi, il 20 ottobre evade da quello di Markt Pongau e raggiunge Udine, dopo una lunga fuga solitaria. Ospitato dalla famiglia Ariis, giusto il tempo di riprendersi, il giovane ufficiale riparte per Brescia. Qui collabora alla costituzione delle "Fiamme Verdi", formazioni partigiane di impronta cattolica, delle quali mantiene i collegamenti con il C.L.N. Nel febbraio del 1944 fonda il giornale Il ribellee, pur nella clandestinità, elabora programmi di ricostruzione della società dopo la tragedia del fascismo e della guerra. Il 27 aprile del 1944, Teresio Olivelli è arrestato a Milano. A San Vittore comincia il calvario delle torture, che continuano nel campo di Fossoli. L'11 luglio 1944 il suo nome viene inserito in una lista di 70 prigionieri da fucilare il giorno successivo. Nascondendosi nel campo, egli riesce a sottrarsi alla fucilazione. Diversi tentativi di evadere da Fossoli vanno a vuoto: dopo pochi giorni è di nuovo catturato e quindi trasferito nel campo di Gries (Bolzano). Sulla sua casacca ora, oltre al triangolo rosso dei "politici", c'è anche il disco rosso cerchiato di bianco dei prigionieri che hanno tentato la fuga e che devono subire un trattamento particolare. Con quei simboli sul vestito Olivelli è trasferito a FlossenbŒrg, in Baviera e infine a HersbrŒck, dove si prende cura dei suoi compagni di prigionia, tenta di alleggerirne le sofferenze, di curarne le ferite, di aiutarli a sopravvivere privandosi delle proprie scarse razioni alimentari. Muore in seguito alle percosse di un kapò, dal quale aveva tentato di difendere un compagno di prigionia. Su Teresio Olivelli è in corso una "causa di beatificazione", della quale è formalmente Postulatore dal 2004 Mons. Paolo Rizzi. Lo stesso Rizzi ha pubblicato recentemente, presso la Libreria Editrice Vaticana, un ponderoso volume di 766 pagine su Olivelli, dal titolo L'amore che tutto vince.