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Paolo Farinetti

Nato a Barbaresco (Cuneo) il 2 agosto 1922, deceduto ad Alba (Cuneo) il 2 marzo 2009, imprenditore, consigliere nazionale dell'ANPI.

Valoroso comandante (col nome di battaglia di "Paolo"), della 21ma Brigata Matteotti "Fratelli Ambrogio", aveva partecipato, alla testa dei suoi partigiani, agli scontri che avevano portato, il 10 ottobre del 1944, alla costituzione, nelle Langhe, della "Repubblica di Alba" e della zona libera. Quando il 26 aprile 1945, gli albesi erano in festa per l'avvenuta, definitiva, liberazione della città, "Paolo" non poté assistere ai festeggiamenti. Era costretto in un letto d'ospedale perché, nei combattimenti del 15 aprile, era stato gravemente ferito ad una gamba. Delle imprese di "Paolo", molti sono stati a conoscenza ad Alba, grazie ai diari del vescovo Luigi Maria Grassi, il quale ebbe ad annotare la "beffa delle carceri" (che portò alla liberazione di alcuni partigiani già condannati a morte, tra i quali la staffetta Franca Tazio e di sedici prigionieri dei fascisti repubblichini), compiuta da Farinetti con i suoi partigiani nel marzo del 1945, lo svuotamento del deposito carburanti dei fascisti repubblichini nell'autunno del 1944, la cattura di un colonnello tedesco e del suo attendente, che permise il rilascio di sette patrioti imprigionati. Nel dopoguerra, Paolo Farinetti, assessore e vice sindaco socialista di Alba ("il sindaco doveva per forza essere democristiano", ebbe modo di rimarcare ironicamente), si era fatto, con grande successo, imprenditore, senza mai rinunciare alle sue idee di socialista nenniano e senza mai venire a patti con il craxismo. Aveva cominciato vendendo, a Castagnito, elettrodomestici. Poi, nel 1967, aveva costituito la "UniEuro" (nel nome della società gli influssi di Altiero Spinelli e la fede nell'Europa unita), che si era a via a via ingrandita, sino a diventare il colosso industriale e finanziario che è. Ma pur curando gli affari, Paolo Farinetti non aveva mai dimenticato la stagione della Resistenza. Subentrato a Pietro Chiodi, ha presieduto, sino alla morte, la Sezione albese dell'ANPI. A metà degli anni Ottanta del secolo scorso, per tenere sempre alti i valori della Resistenza, aveva costituito un gruppo orientato verso le scuole e, con la collaborazione degli insegnanti, migliaia di ragazzi furono chiamati a riflettere sulla guerra, sui diritti umani, sul valore della Costituzione repubblicana, sui campi di sterminio, sulla Resistenza. I funerali di Farinetti, che si sono tenuti ad Alba il 5 marzo, sono stati accompagnati dalle note di Bella Ciao e dalla citazione (per bocca del prof. Livio Berardo, presidente dell'Istituto storico della Resistenza), dei versi di Giovanni Arpino, dedicati alla lotta partigiana tra Barbaresco e Treiso, dove Farinetti combatté: Lassù fu tutto quello che eravamo di buono.