Salta al contenuto principale

No a Via Almirante! Consegnato al prefetto di Grosseto l'appello con oltre 2000 firme

"In continuità con l'azione intrapresa due anni fa attraverso l'appello "Prima che sia troppo tardi", che anche dalla Maremma ha avanzato richiesta al Governo ed al Parlamento di prendere provvedimenti contro le organizzazioni fasciste e neofasciste, a partire dalle ore 11 di lunedì 26 giugno è stato promosso dalla Grande Alleanza Democratica ed Antifascista per la persona, il lavoro e la socialità, un presidio in piazza Fratelli Rosselli, luogo fortemente evocativo della violenza fascista in cui ha sede simbolicamente l'Ufficio Territoriale del Governo.
Una chiamata alla responsabilità da parte delle ventinove tra associazioni, sindacati, partiti e movimenti, che in queste settimane hanno supportato l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia affinché la voce preoccupata della società civile sull'inserimento nella toponomastica del capoluogo di personaggi pesantemente coinvolti con il fascismo potesse giungere, coralmente, a chi può decidere di non concedere il nullaosta.
Per questa ragione alle 11:30 una delegazione, rappresentativa delle realtà firmatarie dell'appello, si è mossa dal presidio antifascista ed è stata accolta dal Prefetto di Grosseto, Paola Berardino e dal Capo di Gabinetto della Prefettura, Michele Bray. L'incontro, favorito da un clima di cordialità e propensione al dialogo, ha segnato una nuova tappa del lavoro avviato in Provincia di Grosseto relativamente alla "Grande Alleanza Democratica e Antifascista" che proseguirà con ulteriori iniziative rivolte alla sensibilizzazione della cittadinanza.
Il testo dell'appello consegnato in Prefettura, firmato da migliaia di cittadine e cittadini e sottoscritto dalle realtà riunite dai comuni valori della Resistenza e dell'antifascismo, delinea attraverso i contorni giuridici ed il quadro storico territoriale tutte le motivazioni a sostegno del diniego del nullaosta per l'istituzione di via Giorgio Almirante a Grosseto.
Dati storici consolidati imputano infatti ad Almirante, tanto prima che dopo la Liberazione, un coinvolgimento in prima persona nella promozione o nel sostegno alla violenza squadrista. Prima della Liberazione, sostenne apertamente tesi razziste e antisemite sul periodico "La difesa della razza". Firmò inoltre personalmente, nel 1944 quale dirigente della Repubblica Sociale, regime fantoccio al servizio degli occupanti tedeschi, un duro provvedimento collaborazionista con i nazisti, attraverso il quale gli "sbandati" venivano espressamente minacciati e perseguiti con la morte. Un uomo che dopo la Liberazione non condannò mai il fascismo, facendo persino pervenire aiuti all'estero al terrorista Carlo Cicuttini, autore della strage di Peteano, nella quale tre Carabinieri rimasero uccisi.
E' dunque acclarato che l'adesione al Fascismo di Almirante, la stessa persona a cui l'amministrazione del capoluogo maremmano intende rendere omaggio, non fu un mero errore giovanile dovuto all'inesperienza ed alla propaganda del regime, ma un chiaro e duraturo orientamento politico"

ANPI • ACLI • ANED • ANPPIA • ARCI • Articolo 1 • Articolo 21 • Ars • CGIL • CISL • Comitati Dossetti • CDC • CUS • Europa Verde • FIAP • FIVL • Fondazione CVL • Istituto Alcide Cervi • Legambiente • Libera • Libertà e Giustizia • M5S • PCI • PD • Rete della Conoscenza • Rifondazione Comunista • 6000sardine • Sinistra Italiana • UIL • UDU

La delegazione ricevuta dal Prefetto era composta da Allocca (Rifondazione), Calì (ANPI), Carusi (Sinistra Italiana), Cozzupoli (PD), Fedeli (PCI), Ferretti (Arci), Giomi (GCA), Giorgi (Libera), Pagni (CGIL)