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Guido Mosna

Nato a Pola (Croazia), rappresentante socialista nel Comando generale del Corpo Volontari della Libertà.

L’avvocato studia Giurisprudenza prima all’Università di Bologna, trasferendosi poi a quella di Pavia. “Farina”, questo il suo nome di battaglia, dall’aprile 1944 è il componente socialista nel Comitato militare lombardo, evoluzione del Comitato militare Alta Italia, con il quale ha in comune uomini, collegamenti e servizi.

Intorno alla metà di giugno ’44 con la costituzione del Comando generale del Corpo Volontari della Libertà, ne entra a far parte sempre in rappresentanza del PSIUP (Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria dal 1943 al 1947, quando torna alla denominazione PSI). Il 3 novembre il Comando è riorganizzato e Mosna è nominato capo di stato maggiore. Insieme a lui sono presenti il Generale Raffaele Cadorna (comandante), Luigi Longo per i comunisti e Ferruccio Parri per gli azionisti (vicecomandanti), il democristiano Enrico Mattei e il Maggiore Mario Argenton per i liberali e le formazioni autonome (vicecapi di stato maggiore).

La composizione del comando rispecchia l’unità delle cinque forze politiche che diedero vita alla Resistenza e alla lotta di Liberazione. Alla fine di novembre i socialisti sostituirono Mosna prima con Sandro Pertini, poi con l’avvocato Giovanni Battista Stucchi che rimarrà in carica fino alla Liberazione del 25 aprile e alla sfilata del Comando alla testa del corteo del 6 maggio 1945 a Milano. “Farina”, invece, è membro del Comando regionale lombardo.
Nel suo libro "La riscossa" così lo ricorda Raffaele Cadorna: “Un’ottima e simpatica figura che ascoltammo spesso difendere con irruenza il prestigio del suo partito”. Più avanti è ricostruito l’episodio del 29 aprile ’45 in cui alcuni combattenti dell’8ª Brigata Matteotti tenevano in arresto, in una camera dell’Hotel Milano, il maresciallo Rodolfo Graziani, ministro della guerra della RSI, minacciandolo di morte. Cadorna risolse personalmente la situazione, portando con sé i socialisti Mosna e Stucchi per far opera di persuasione coi partigiani, e il prigioniero fu condotto incolume al carcere di San Vittore.

Dopo la Liberazione del Nord, alla nascita dell’ANPI - Comitato Alta Italia, il 4 giugno 1945, Mosna entra nel Comitato esecutivo insieme ad Arrigo Boldrini “Bulow” e a Cino Moscatelli. Per le formazioni “Matteotti” è anche nel primo Comitato direttivo della Fondazione Corpo Volontari della Libertà, costituita al Piccolo Teatro di Milano il 18 luglio 1947 dagli esponenti del Comando CVL. Per alcuni anni, per la Presidenza del Consiglio, guida la Commissione di 1° grado per il Riconoscimento Qualifiche Partigiane della regione Lombardia. Poi è chiamato dall’amico Mattei a lavorare come legale per l’ENI.