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Giorgio Diena

Nato a Torino il 22 luglio 1920, dirigente d'azienda.

Di famiglia antifascista, era studente al Politecnico di Torino. Nel 1941 ne fu espulso perché dichiarato di razza ebraica (il padre, Giuseppe, era infatti ebreo, mentre la madre - Elettra Bruno - era cattolica). Il 2 gennaio del 1942, Giorgio fu arrestato e incarcerato alle "Nuove" (col padre, poi morto in un Lager), con l'accusa di "disfattismo politico in tempo di guerra". Scagionato, tornò libero il 5 gennaio. Subito dopo l'armistizio, col più giovane fratello Paolo, era salito in montagna ed era entrato in una banda di "Giustizia e Libertà". Diventato (col nome di Giorgio Sala), comandante di distaccamento in Val Pellice, "Sala" passò poi in Val Chisone e di qui in Val Varaita, al comando di una compagnia del Genio. Commissario di guerra della II Divisione alpina GL del Cuneese, "Sala" ha partecipato, tra gli altri, agli scontri con i tedeschi al Ponte dei Chabriol (dove cadde il cugino Sergio Diena), e all'assedio vittorioso della caserma di Bobbio. Dopo la Liberazione, Giorgio Diena è stato attivo nel Partito d'Azione sino al suo scioglimento. Laureatosi in Ingegneria, divenne dirigente della Olivetti, lavorando a Ivrea, Napoli e Massa Carrara. Nel 2004 è stato tra i firmatari dell'appello (accolto), che le forze democratiche avevano rivolto al Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, per il ripristino dei fondi per la commemorazione del Sessantesimo anniversario della Liberazione.