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Albino Calletti

Nato a Castelletto Ticino il 23 novembre 1908, deceduto il 25 agosto 2000, operaio e dirigente sindacale.

Figura storica dell'antifascismo novarese, nel 1998 era stato nominato Ufficiale al merito della Repubblica. Militante della Federazione giovanile comunista dal 1931, nel settembre del 1934 Calletti fu arrestato a Milano. Il 20 maggio del 1935 il Tribunale speciale gli inflisse otto anni di reclusione per "costituzione di associazione comunista, appartenenza alla medesima, propaganda sovversiva". Per soprammercato Calletti − che mentre era in carcere a Regina Coeli nell'attesa della sentenza, aveva gridato "Viva il 1° Maggio" in occasione della festa del lavoro − fu condannato, ad una settimana dal primo verdetto, ad altri 4 anni di prigione. Liberato dopo alcuni anni in seguito ad amnistia, Calletti riprese subito l'attività antifascista. L'8 settembre del 1943 lo trovò tra i primi organizzatori delle unità partigiane nel Novarese. Conosciuto con il nome di battaglia di "capitano Bruno", nel maggio del 1944 divenne comandante della I Divisione Garibaldi "Fratelli Varalli", in Valsesia. Poco dopo la Liberazione il "capitano Bruno", arrestato per ragioni politiche dalla polizia militare alleata, restò in carcere per alcune settimane. Nuovo arresto e quattro mesi di carcere nel 1951, per aver manifestato contro il Patto Atlantico e, finalmente, assoluzione dal Tribunale militare di Milano. Sempre nel 1951 Calletti guidò la lotta sindacale che portò all'occupazione dello stabilimento SIAI-Marchetti di Sesto Calende. Nel 1955 organizzò e diresse la Cooperativa di produzione e lavoro "Mazzoleni", costituita dagli operai licenziati dallo stabilimento. Attivo sino in tardissima età come sindacalista e dirigente politico (fu anche per anni consigliere comunale ad Arona ed assessore a Castelletto Ticino) Calletti faceva parte del Direttivo provinciale dell'ANPI di Novara.