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Luigi Einaudi

Nato a Carrù (Cuneo) il 24 marzo 1874, deceduto a Roma il 30 ottobre 1961, secondo Presidente della Repubblica Italiana, economista liberale.

Nominato Rettore dell’Università di Torino dopo la caduta di Mussolini, Einaudi, dopo l’8 settembre 1943, fu avvertito che i tedeschi avevano emesso nei suoi confronti un mandato di cattura. Nonostante non fosse più giovane, decise di raggiungere, con la moglie Ida Pellegrini, le montagne della Valle d’Aosta e, superato sotto la tormenta il Colle Ferret, riuscì a passare in Svizzera.

Nella repubblica elvetica visse impartendo lezioni di economia, a Losanna e a Ginevra, sino a che Roma non fu liberata dai nazifascisti.

Tornato in Patria e nominato Governatore della Banca d’Italia, fu membro della Consulta e deputato alla Costituente per il PLI e nel 1947, vice presidente del Consiglio e ministro del Bilancio nel quarto Governo De Gasperi.

Benché si dichiarasse monarchico, l’11 maggio del 1948 Einaudi accettò la nomina a Presidente della Repubblica, succedendo a Enrico De Nicola.

Einaudi mantenne la carica sino al 25 aprile 1955. Senatore di diritto dal 1948, l’economista liberale rientrò successivamente a far parte del Senato, mentre una Legge speciale lo reintegrava a vita come professore universitario.

Ritiratosi a Dogliani (CN) visse i suoi ultimi anni dedicandosi alla florida azienda vinicola che vi aveva creato e continuando nei suoi studi di economia.

Morì nella Capitale, mentre stava raccogliendo i suoi ultimi scritti, pubblicati poi col titolo “Cronache economiche e politiche di un trentennio”.