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Giuseppe Lazzati

Nato a Milano il 22 giugno 1909, deceduto a Milano il 18 maggio 1986, docente universitario e dirigente della D.C.

Quarto di otto fratelli, si era laureato in Lettere e filosofia all'Università Cattolica. Dopo avervi insegnato come assistente volontario, nel 1939 fu incaricato di Letteratura cristiana antica. Antifascista, si incontrava spesso con Dossetti, che, nel secondo dopoguerra, sarebbe diventato il principale esponente del cattolicesimo progressista. Richiamato come tenente di complemento del 5° Reggimento Alpini, al momento dell'armistizio si trovava a Merano. Catturato dai tedeschi, Lazzati fu deportato a Stablak (Konisberg) e poi, avendo decisamente rifiutato di aderire alla R.S.I., in Polonia, nel campo di Deblin Irena, dove rimase sino al 13 marzo '44. Passò poi per i campi di Oberlangen-Lathen, Sandbostel, Wietzendorf e Meslange. Liberato dagli Alleati il 16 aprile 1945, Lazzati tornò a Milano dove, nel '46, fu eletto consigliere comunale della Democrazia cristiana. In aprile divenne membro del Consiglio nazionale della DC ed entrò nell'Assemblea Costituente. Con Dossetti, Fanfani e La Pira fondò la rivista Cronache sociali. Eletto deputato nel '48, divenne vicepresidente del gruppo parlamentare democristiano. Nel 1958 tornò all'insegnamento, alla "Cattolica", vincendo il concorso alla cattedra di Letteratura cristiana antica. Dal 1961 al 1964 fu direttore del quotidiano cattolico di Milano L'Italia e nel '64 fu nominato presidente diocesano dell'Azione Cattolica. Nel '65 divenne preside della facoltà di Lettere e filosofia e, dal '68 all'83 fu rettore dell'Ateneo, subentrando ad E. Franceschini. Gli ultimi anni della sua vita, Lazzati li dedicò al rilancio di un'idea alta della politica, con la fondazione dell'associazione "Città dell'uomo". Di e su Giuseppe Lazzati sono stati pubblicati diecine di libri, soprattutto sul tema del laicato. Ricordiamo qui soltanto, del 1987, Chiesa, laici ed impegno storico. Scritti (1947-1965) riediti in memoria. Al nome di questo cattolico progressista (che è stato sepolto, sopra Erba, nell'Eremo di S. Salvatore e per il quale è stata avviata "causa di beatificazione"), sono intitolati circoli culturali e politici, Fondazioni e anche una via di Roma.