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Cronologia del Nazifascismo - 1922

24-25 gennaio

Nasce a Bologna la Confederazione nazionale delle corporazioni sindacali, organo del partito fascista.

12 febbraio

Sul "Popolo d'Italia" Mussolini elogia gli studenti bolognesi che hanno manifestato al grido di "abbasso il Parlamento" e “viva la dittatura”.

3 marzo

A Fiume i fascisti assaltano il palazzo del governo e proclamano l'annessione della città libera all'Italia.

26 marzo

Adunata e corteo di 20.000 fascisti lombardi a Milano.

1 maggio

Durante lo sciopero generale proclamato dai socialisti, adunate fasciste a Bologna e a Rovigo. Scontri con i socialisti in varie città: 10 morti. I fascisti organizzano il crumiraggio contro gli scioperi dei ferrovieri.

29 maggio

I fascisti occupano la prefettura di Bologna (fino all'1.6).

3 luglio

In Puglia, "mazzieri" fascisti occupano il municipio di Andria e, a cavallo, muovono alla conquista di Bari difesa dagli arditi del popolo.

5 luglio

I fascisti occupano il municipio di Cremona.

12 luglio

Squadristi romani occupano Viterbo.

13 luglio

Spedizioni fasciste a Cremona contro sedi socialiste e contro le abitazioni dei deputati Guido Miglioli e Giuseppe Garibotti.

17 luglio

Spedizioni punitive fasciste a Tolentino (Macerata) e nel Novarese.

19 luglio

Nel suo ultimo discorso alla Camera, Mussolini dichiara che i fascisti hanno deciso di prendere il potere attraverso l'insurrezione.

24 luglio

Spedizione punitiva fascista a Magenta (Milano).

26 luglio

Spedizione punitiva fascista a Ravenna: 9 morti tra gli antifascisti. Scontri a Rimini, Pavia, Biella.

2 agosto

In risposta allo sciopero generale proclamato dall'Alleanza del lavoro, i fascisti si scatenano a Genova, Livorno, Ancona, Bari e in molti altri centri; a Parma non riescono a passare per la decisa reazione dei lavoratori. Alla fine degli scontri i morti saranno 8, come ad Ancona e a Bari.

3 agosto

A Milano i fascisti occupano palazzo Marino, sede del municipio socialista, e distruggono la sede dell'"Avanti!" (6 morti e diversi feriti).

13 agosto

Il partito fascista costituisce un triumvirato per organizzare e dirigere l'attività armata degli squadristi.

20 settembre

Mussolini, parlando a Udine, ribadisce di voler governare l'Italia.

26 settembre

A Cremona, Mussolini afferma che i fascisti hanno "iniziato una marcia" che non potrà fermarsi prima di aver raggiunto Roma.

2 ottobre

Squadre fasciste "destituiscono" il sindaco sud-tirolese di Bolzano e costringono alle dimissioni il governatore del Trentino-Alto Adige.

10 ottobre

Il ministro della Giustizia Giulio Alessio comunica le cifre delle illegalità fasciste dal 15 agosto al 22 settembre 1922: 369 reati per soli motivi politici. Tra questi, 74 omicidi, 79 lesioni personali, 75 violenze private, 72 danneggiamenti, 37 incendi.

16 ottobre

A Milano Mussolini concorda con i quadrumviri Italo Balbo, Michele Bianchi, Emilio De Bono e Cesare Maria De Vecchi i particolari della marcia su Roma.

24 ottobre

Grande concentramento fascista a Napoli. Mussolini parla al Teatro San Carlo: "O ci daranno il governo o lo prenderemo calando su Roma: ormai si tratta di giorni e forse ore". Poi torna a Milano.

26 ottobre

I fascisti avvertono il re Vittorio Emanuele III che, se il primo ministro Luigi Facta non si dimetterà, entreranno in azione. Facta presenta le dimissioni.

27 ottobre

Il quadrumvirato fascista si insedia a Perugia e, consenziente il prefetto, assume "i poteri governativi per la provincia dell'Umbria". Inizia la marcia su Roma. In tutta Italia, per ordini dal centro, le autorità civili cedono i poteri a quelle militari, e queste a loro volta li passano ai fascisti.

28 ottobre

Facta propone di proclamare lo stato d'assedio, ma il re rifiuta di firmare il relativo decreto e invita a Roma Mussolini, per trattare.

29 ottobre

Il re incarica ufficialmente Mussolini di formare il nuovo governo. Mussolini, da Milano, raggiunge Roma in vagone letto.

30 ottobre

Mussolini si presenta al re in camicia nera: "Porto a Vostra Maestà l'Italia di Vittorio Veneto".

31 ottobre

Primo governo Mussolini: comprende popolari, democratico-sociali, nazionalisti, giolittiani, uomini di destra. La Confindustria saluta soddisfatta il governo fascista.

A Roma vengono devastate sedi democratiche e di giornali antifascisti (“Il Paese”, “Epoca”, “Il Comunista”). Si riportano 7 morti e 17 feriti.

8 novembre

Il Direttorio fascista di Bari diffida i deputati massimalisti Arturo Vella e Giuseppe Di Vittorio a continuare l'attività politica.

10 novembre

Primi atti del governo fascista, tutti a favore dei grandi industriali: abolizione della nominatività dei titoli azionari, revisione dei contratti per le forniture di guerra, riduzione delle imposte di successione, cessione dell'esercizio dei telefoni a società private. Viene ritirato il progetto di legge per la riforma agraria presentato alla Camera dal governo precedente.

16 novembre

Mussolini pronuncia alla Camera il discorso detto "del bivacco", esplicito preannuncio del regime di dittatura personale: "Potevo fare di questa aula sorda e grigia un bivacco di manipoli. Potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti. Potevo: ma non ho almeno in questo primo tempo voluto".

24 novembre

Mussolini ottiene dalla Camera i pieni poteri fino al 31 dicembre 1923.

15 dicembre

Prima riunione del Gran Consiglio del fascismo: si decide la costituzione della milizia volontaria per la sicurezza nazionale e la fascistizzazione di tutto l'apparato statale.

18 dicembre

A Torino, dopo l'uccisione di due fascisti, gli squadristi aggrediscono le organizzazioni popolari, incendiano una camera del lavoro, il circolo ferrovieri e un circolo comunista, e devastano la sede di “Ordine Nuovo”, arrestando i redattori, tra i quali Antonio Gramsci, e minacciandoli di fucilazione. Vengono torturati e uccisi 11 antifascisti, decine sono i feriti gravi. Per tre giorni le autorità non intervengono.

28 dicembre

Nella riunione del Consiglio dei ministri Mussolini "deplora" i fatti di Torino. Viene tuttavia approvata l'amnistia riguardante i reati "commessi per un fine nazionale immediato o mediato", ossia i crimini fascisti.